Bonetti: “È importante far partire l’assegno unico e universale da gennaio 2021”

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L’assegno unico sarà finanziato in parte con il graduale superamento o con la soppressione di misure già esistenti, come gli assegni per il nucleo familiare e le detrazioni per figli a carico, il bonus bebé, il premio alla nascita. In tutto, un tesoretto da 15 miliardi dal quale si potrebbe attingere. Per finanziare a regime la misura, però, si stima che servano altri dieci miliardi.

In parte, per concedere risorse aggiuntive a chi già oggi ha prestazioni a sostegno della famiglia e per ampliare la platea dei beneficiari. In parte, poi, per garantire che nessuna famiglia, con il passaggio dal vecchio al nuovo assetto, percepisca meno risorse di oggi. In parte, infine, per ridurre il cuneo fiscale alle imprese.

Trovare dieci miliardi significherebbe fare dell’assegno unico una delle misure portanti della manovra 2021: per avere un termine di confronto, è il valore del bonus Renzi (9,8 miliardi nel 2018). Ed equivale ai fondi che erano stati inizialmente stanziati per il reddito di cittadinanza (poi limitati a sette miliardi).

Un aiuto potrebbe arrivare dal Recovery Fund, come ritiene la ministra per la famiglia Elena Bonetti: «È importante – spiega – riuscire a far partire l’assegno unico e universale da gennaio 2021. Il Recovery Fund libera risorse e molte potranno convergere sull’assegno. Il calcolo delle necessità andrà fatto nel quadro di una riforma fiscale. Inoltre, nuove entrate potranno essere assicurate da una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, un pilastro del Family Act approvato dal Governo»

La sfida è invertire il calo della natalità, costante da anni, e che potrebbe essere aggravato dall’effetto Covid sull’economia nel 2020 e 2021.