Bonetti: “Lavorerò ancora per il mio territorio”

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Quella di ieri, dopo le dimissioni da ministra perla famiglia, è stata per la mantovana Elena Bonetti la giornata più lunga. Le interviste a radio e tv e il trasloco dal suo ufficio a Palazzo Chigi hanno assorbito tutto il suo impegno. E non ha certo nascosto, l’ex ministra, il triste rito degli scatoloni da riempire al momento dell’addio. Sul suo profilo Facebook ha postato una foto che la vede intenta a riporre faldoni e carte varie in capienti contenitori di cartone («saranno una ventina…).

Un’operazione che ha accompagnato con poche righe di commiato messe a corredo della foto pubblicata: «È stato un onore servire questo paese nei palazzi romani delle istituzioni. Torno a farlo nelle aule universitarie milanesi. La politica è servizio». In serata, l’ex ministra ha risposto alle preoccupazioni dell’economia mantovana, impaurita dalla crisi aperta da Iv, e assicurato che i renziani voteranno tutte le misure necessarie: «Le imprese — dice Bonetti — hanno ragione, c’è bisogno di portare aiuti, innanzitutto ristori immediati per il prolungarsi della situazione di emergenza. Lo abbiamo chiesto con grande forza io e Teresa Bellanova dai banchi del governo e Italia Viva è pronta a sostenere questa misura di emergenza al di là di ogni scelta politica che verrà a configurare l’assetto del governo del Paese».

E aggiunge: «Faccio osservare che oltre ai ristori, che devono arrivare subito, dobbiamo garantire un serio piano di rilancio delle imprese, comprese quelle del Mantovano. Abbiamo visto quanto sia importante un’azione di prospettiva per l’impresa da parte della politica. Lo dimostra il caso della Corneliani, che io e Matteo Colaninno continueremo a seguire: l’onorevole Colaninno dal Parlamento e io da cittadina che ha servito le istituzioni del Paese come ministro e che resta a servizio del proprio territorio».

Torna sui motivi che hanno sancito la rottura con il governo: «È proprio nel momento dell’emergenza massima di un Paese che la politica deve avere il coraggio di proposte più chiare e più forti. Noi non potevamo più renderci complici di un atteggiamento di basso profilo sull’utilizzo dei fondi europei, di un approccio che non dà giustificazione delle scelte che impattano sulla vita dei cittadini».

Pensa alle imprese del Mantovano che «stanno attraversando problemi che non si può pensare di risolvere costantemente con i ristori. È necessaria la prospettiva di un serio piano infrastrutturale. Penso alle Vie dell’acqua, al raddoppio della Mantova-Milano che Italia Viva ha seguito, e ancora in modo più significativo a infrastrutture digitali che al territorio mantovano sono necessarie».

Nell’ambito delle deleghe che ha assunto nel suo incarico di governo, pensa «all’imprenditoria femminile che ho voluto fortemente inserire nel piano nazionale di ripresa e resilienza, e agli strumenti di defiscalizzazione del lavoro femminile, necessari perché nel Mantovano non si verifichi un aggravio di perdita di lavoro. E, non ultime, le infrastrutture sociali: gli asili nido e tutte le azioni del FamilyAct che ho proposto per il Recovery».

Tutta questa visione d’insieme «non era nel piano che ci era stato presentato in prima istanza ma noi l’abbiamo chiesta con forza. Il piano che è stato approvato non è ancora all’altezza di queste urgenze ed è il risultato di non aver aperto un tavolo politico. E anche in questo che Italia Viva ha inteso essere un presidio di democrazia – conclude Bonetti – perché la politica non abdichi all’obbligo di rendere sempre conto e ragione, con trasparenza, delle scelte che fa ricadere sulla vita dei cittadini».