BONIFICHE, DECARBONIZZAZIONE E TRANSIZIONE ECONOMIA CIRCOLARE

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Viene presentata, questa mattina al Senato della Repubblica, la mozione a prima firma della senatrice pugliese Patty L’Abbate, e controfirmata da altri 13 senatori M5S, su “Transizione della Città di Brindisi: Bonifica sito SIN, decarbonizzazione, economia circolare”.

La mozione nasce dall’esigenza di riconoscere al territorio di Brindisi un carico di problematiche legate ai rischi per la salute dei cittadini e per l’ambiente di gran lunga maggiore rispetto ai vantaggi economici che la città ha ricevuto nel tempo e, soprattutto, che l’attuale fase di transizione industriale è una fase di fondamentale importanza della città, tra logiche di sostenibilità e di salvaguardia dell’ambiente, della salute dei cittadini e delle esigenze occupazionali della popolazione.

“Ecco perché riteniamo fondamentale avviare un costruttivo confronto con la cittadinanza, in coerenza con gli obblighi di informazione ambientale. Le ultime notizie in merito confermano che qualcosa sta cambiando e che si sta lavorando tutti di concerto affinché la città sia accompagnata in questa delicata fase di transizione. Basti citare le ultime conferenze stampa in cui la Ministra per il Sud, Barbara Lezzi che ha annunciato la stipula di un Cis anche per Brindisi” dice la senatrice 5 Stelle.

“Brindisi è una città ad alta intensità industriale, ma allo stesso tempo dalle grandi potenzialità di rinascita sostenibile. Rappresenta l’emblema del conflitto ambientale con le asserite esigenze di crescita economica legata allo sviluppo industriale” premette la senatrice che ha sposato, da esperta di economia circolare, la battaglia della città di Brindisi per il rispetto di logiche di sviluppo senza compromettere il diritto alla salute pubblica e ambientale.

Il sito inquinato di interesse nazionale (Sin) di Brindisi è stato, infatti, decretato con legge n. 426 del1998 e, come tale, perimetrato dal Ministero dell’ambiente con decreto del 10 gennaio 2000. Petrolchimico, ex Montecatini Edison, la centrale Enel di Cerano, alimentata principalmente a carbone, l’area lagunare di “micorosa”, che negli anni Sessanta fu colmata da scorie di ogni genere provenienti dall’ex Petrolchimico.

“Anni di battaglie, ma le operazioni di bonifica sono ancora ferme, mentre periodicamente si avvicendano studi sulle conseguenze dannose legate all’inquinamento dell’area e il rinvenimento di discariche abusive in un’area appetibile per attività delittuose; e poi la mancata messa in sicurezza dell’impianto di Eni Versalis, unico funzionante all’interno dell’area del petrolchimico, dal quale frequentemente fuoriescono fiammate visibili in quasi tutta la città; il comprovato inquinamento causato dalle due centrali a carbone presenti nel territorio brindisino, tra cui la centrale Enel-Federico II (Cerano), la più grande d’Europa, e la centrale A2A” dice L’Abbate.

“È chiaro – aggiunge – che tutto ciò ha ricadute, sulla popolazione e sull’ambiente, devastanti. Eppure, nonostante la situazione allarmante sia nota da diversi anni, fino a oggi nessun passo è stato fatto verso una rinascita sostenibile e una presa di posizione a favore della tutela della salute dei cittadini. Oggi con questa mozione vogliamo impegnare il Governo a completare nel più breve tempo possibile le opere di bonifica e messa in sicurezza dell’intero sito e a considerare misure di valorizzazione del territorio di Brindisi nel suo complesso. La transizione non deve essere finalizzata alla sola decarbonizzazione, ma anche allo sviluppo dell’economia circolare, della bioeconomia e della blue economy, con misure volte al mantenimento e al potenziamento dei livelli occupazionali, anche attraverso la ricollocazione dei lavoratori, nell’ambito delle attività di riqualificazione e di bonifica; applicando strategie sistemiche legate al sistema produttivo territoriale che predispongano concreti progetti di sviluppo di formazione e riqualificazione professionale in prospettiva occupazionale. Anche del caso Brindisi e dell’importanza dell’approccio Life cycle thinking per migliorare la resilienza di sistemi territoriali fortemente antropizzati, si parlerà in un Convegno da me organizzato a Roma, venerdì 5 luglio, dal titolo “Energia e tecnologie sostenibili – Life cycle thinking ed ecoinnovazione.

L’energia è centrale nelle politiche per contenere l’aumento della temperatura terrestre entro il limite di 1,5 gradi, come indicato dagli Accordi internazionali di Parigi sui mutamenti climatici. Nella mozione da me presentata in Senato sui cambiamenti climatici ho inserito la necessità di passare dalle fonti fossili alle rinnovabili e ho evidenziato il ruolo cardine dell’ecodesign. Nuove tecnologie sostenibili sono la base per poter virare verso un modello economico a bassa emissioni di CO2. Per far questo, a Brindisi come in altre

aree di crisi, bisogna effettuare un’analisi sistemica, per individuare le criticità e le potenzialità delle risorse naturali” spiega l’esperta di Economia Circolare.

“E allora di fondamentale importanza sarà dotare Brindisi di infrastrutture il porto, nel rispetto del sito archeologico di Punta delle Terrare, e tenendo conto del rischio idrogeologico della zona in corrispondenza del fiume Grande e risolvere i problemi legati agli scarichi dei reflui portuali e dell’inquinamento del fiume Piccolo. Far sì che la transizione energetica attraverso la decarbonizzazione, non preveda nuove infrastrutture per la produzione di energia da combustibili fossili, ma la riconversione dell’esistente, considerando una potenza non superiore e dando priorità all’autoconsumo, allo stoccaggio e alla gestione della domanda” conclude la senatrice capogruppo della Commissione M5S Ambiente, Territorio e Beni ambientali”.