Boom di frodi agroalimentari

0
47

Nonostante i numerosi controlli effettuati negli ultimi anni dalle forze dell’ordine, reati e frodi agroalimentari sono purtroppo in aumento. È quanto denuncia l’associazione Fare Ambiente, che ha riunito con un evento alla Camera patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, rappresentanti delle Istituzioni, Nas, Guardia di Finanza e membri dell’Ispettorato qualità repressione frodi, per la presentazione del Rapporto 2019 sulle frodi agroalimentari.

Negli ultimi 10 anni, infatti, il mercato illegale si è modificato, ramificandosi in tutti i settori: dalla produzione delle materie prime alla trasformazione, fino ad arrivare alla distribuzione e al ciclo finale di smaltimento. I prodotti oggetto di maggiori illeciti provengono da vitivinicolo, zootecnico, conserviero, e persino nella ristorazione.

Si stima che nell’Unione europea entrino ogni anno 121 miliardi di euro di merci falsificate e, con ben 3 milioni di euro al giorno, quello della contraffazione alimentare è diventato un vero e proprio business, non solo per la criminalità organizzata, ma anche per l’’agrofurbo’ fai da te.

Il punto di partenza da cui si sviluppa l’analisi di Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, spiega che “Vi è un business molto forte dietro le frodi agroalimentari, che vanno contrastate fortemente per i rischi legati alla nostra salute e per i danni economici che queste creano al settore. Per entrambi i risvolti, va tutelato il brand del ‘Made in Italy’”. E ancora: “Siamo magari molto attenti alla tracciabilità degli alimenti, quando ci troviamo al supermercato, lo siamo molto meno quando ci rechiamo al ristorante. Ecco, l’indicazione che emerge dal Rapporto – sottolinea Pepe – è che dovremmo essere più attenti e chiedere conto del cibo anche quando ci affidiamo alla ristorazione esterna”.

“La Regione più colpita? La risposta potrebbe sorprendere: è l’Umbria. Il prodotto più contraffatto? Il vino”, riassume il leader di FareAmbiente, non prima di aver lanciato l’ultima proposta: “Il ‘fraud food angel’, ovvero esperti a supporto delle strutture, sia ristorative che della distribuzione, affinché facciano da interfaccia fra i consumatori e le imprese”.

A presentare e moderare l’incontro è stata Anna Zollo, coordinatrice, responsabile scientifico e vicepresidente vicario di FareAmbiente. “La ristorazione ancora oggi è oggetto di grossi illeciti – ha rimarcato Zollo -. Il mercato del cibo è governato oggi da donne e giovani under 40 con abilità informatiche e tecnologiche. Inoltre, soprattutto all’estero, in base ai dati ICQRF, è tornata la tendenza dei wine kit”.