Borghi insiste: “Uscita da euro? Non oggi, ma…”

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“Credo che si faccia confusione, io da sempre ritengo che l’euro sia una cosa dannosissima, ma l’uscita dalla moneta unica non può essere una cosa unilaterale”. Lo dice all’AdnKronos Claudio Borghi, presidente leghista della Commissione Bilancio della Camera: “Certo – aggiunge – se ci saranno condizioni condivise, a livello Ue, per l’uscita noi è chiaro che parteciperemo”. Per l’economista euroscettico del Carroccio, non bisogna stupirsi: “perché” parliamo di una cosa che “c’è nel programma della Lega, anzi questa è la posizione ufficiale della Lega, che è sempre la stessa”.

Salvini ci sta ripensando? “E’ giusto dire che l’uscita non è all’ordine del giorno, per motivi ovvi, perché per uscirne, ripeto, serve condivisione, magari a partire dalla Germania e se ne può parlare”, dice commentando le ultime affermazioni del leader leghista, che a Le Points, ha sottolineato come sia stato “un brutto esperimento quello dell’euro”, aggiungendo che “la storia non può essere riscritta”.

Borghi rimanda così al testo del programma ufficiale della Lega, presentato per le ultime politiche, nel 2018, dove si legge sul tema della moneta unica che “l’euro è la principale causa del nostro declino economico, una moneta disegnata su misura per Germania e multinazionali e contraria alla necessità dell’Italia e della piccola impresa. Abbiamo sempre cercato partner in Europa per avviare un percorso condiviso di uscita concordata” e che “continueremo a farlo”.

“Ora – nota con piacere il leghista – anche la Germania sta capendo che c’è qualcosa che non va, non stanno gradendo neanche loro, che stanno avendo perdite miliardarie per rendimenti garantiti e tassi sotto zero”. “Dobbiamo dire che prima o poi, gli squilibri della moneta, che porta disoccupazione e tassi troppo bassi in Germania, vengono al nodo, come sta succedendo”. “Non siamo riusciti a fare uscire Fazio dalla Rai, figuriamoci da soli a far uscire l’Italia dall’euro, tanto più ora che non siamo neanche al governo”, conclude il leghista.