Brexit: l’accordo non c’è, si continua a trattare

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Resta lo stallo tra Ue e Regno Unito sui rapporti commerciali post Brexit: Boris Johnson e Ursula von der Leyen, dopo un colloquio telefonico che non ha sbloccato l’impasse, hanno concordato di proseguire i negoziati a causa di “significative differenze”, che se non risolte, si tradurranno in un ‘no deal’. La presidente della Commissione e il premier britannico torneranno a parlarsi lunedì. Intano la palla torna ai negoziatori, per un nuovo round, fissato per domani. “In una telefonata sui negoziati in corso tra l’Unione europea e il Regno Unito, abbiamo accolto con favore il fatto che siano stati compiuti progressi in molti settori – ha detto von der Leyen dopo il colloquio – tuttavia, permangono differenze significative su tre questioni critiche: parità di condizioni, governance e pesca. Entrambe le parti hanno sottolineato che nessun accordo è realizzabile se questi problemi non vengono risolti”, ha aggiunto von der Leyen. “Pur riconoscendo che si tratta di differenze serie, abbiamo convenuto che i nostri team negoziali dovrebbero intraprendere un ulteriore sforzo per valutare se possono essere risolte. Chiediamo quindi ai nostri capi negoziatori di riunirsi nuovamente domani a Bruxelles”, ha detto la presidente della Commissione. La telefonata tra i due leader è durata più di un’ora, dopo che ieri i colloqui a Londra erano stati sospesi in assenza di progressi. “Vedremo se c’è una strada da seguire. Il lavoro continua domani”, ha confermato in un tweet il capo negoziatore dell’Ue, Michel Barnier. Prima del colloquio, fonti di Downing Street hanno ammesso che le possibilità non sono superiori al 50%. Il periodo di transizione dopo l’effettiva uscita del Regno Unito dall’Unione Europea – avvenuta il 31 gennaio – si concluderà alla fine di quest’anno, dopodiché, in caso di mancato accordo, i rapporti commerciali tra i due blocchi sarà disciplinato dalle regole generali dell’Organizzazione mondiale del commercio. Quattro anni dopo il referendum che nel giugno 2016 sancì la separazione del Regno Unito dall’Ue, manca meno di un mese alla fine del periodo transitorio, a quel 1 gennaio 2021 in cui le regole comunitarie non varranno più per il Regno Unito. Un accordo complessivo sulle relazioni reciproche si è arenato su alcuni scogli: la regolamentazione dei diritti di pesca nelle acque reciproche, in particolare nella Manica, la equità della concorrenza (in particolare, le norme sui sussidi pubblici alle imprese) e la “governance” dell’accordo, ovvero la gestione delle controversie. Sulla questione della pesca, c’è un particolare interesse della Francia, i cui pescherecci realizzano nelle acque del “Channel” la maggior parte della raccolta di merluzzo. Parigi ha già minacciato un veto all’accordo se le sue richieste non verranno soddisfatte