Bruno Vespa

0
58

In uno dei periodi più tristi per le ban­che, quando erano appena fallite Cassa Chieti, Banca Etruria, Banca Marche e Cassa Ferrara, in Abi, dove ero vicepre­sidente, il clima era gelido. Mi raggiunse una telefonata dalla redazione di “Porta a porta” per chiedermi di partecipare ad una puntata. Consultai ovviamente il mio presidente Patuelli che mi consigliò di ac­cettare l’invito. Non me ne pentii. Bruno Vespa rimane uno dei giornalisti più bravi in assoluto e mi lasciò spiegare con calma la situazio­ne. Non solo; ebbe parole di elogio per il mio libro “Manuale di educazione finan­ziaria” che fece riprendere più volte dalle telecamere. In trasmissioni analoghe l’ambiente si surriscalda subito e chiunque sia in stu­dio si sente autorizzato ad inveire contro le banche. Non accade così nel salotto
di Vespa dove il principe dei conduttori gestisce la situazione sempre con grande perizia. Sono tornato altre volte e sempre ho
potuto far sentire le mie ragioni. La sera dopo, il presidente del Consi­glio Matteo Renzi, a sostegno delle sue tesi, citò alcune frasi del mio intervento. Andando via dallo studio, dopo la regi­strazione che avviene intorno alle diciot­to, feci vedere a Vespa sul telefonino una foto, risalente a molti anni prima, dove ero io ad intervistare lui. Mi sorrise bene­volo commentando il tempo che fugge. Il presidente dell’Abi mi chiamò nella notte dopo la messa in onda di “Porta a porta” e si espresse con queste parole “Ho
condiviso tutto! Sei stato magnifico. Tran­ne la cravatta, tutto perfetto”. In effetti le mie cravatte vivaci, me lo ricorda spesso Ilde Ferraro, non gli sono mai piaciute. Ne porto sempre una di ri­serva. Se devo incontrarlo la cambio di nascosto qualche minuto prima.