In uno dei periodi più tristi per le banche, quando erano appena fallite Cassa Chieti, Banca Etruria, Banca Marche e Cassa Ferrara, in Abi, dove ero vicepresidente, il clima era gelido. Mi raggiunse una telefonata dalla redazione di “Porta a porta” per chiedermi di partecipare ad una puntata. Consultai ovviamente il mio presidente Patuelli che mi consigliò di accettare l’invito. Non me ne pentii. Bruno Vespa rimane uno dei giornalisti più bravi in assoluto e mi lasciò spiegare con calma la situazione. Non solo; ebbe parole di elogio per il mio libro “Manuale di educazione finanziaria” che fece riprendere più volte dalle telecamere. In trasmissioni analoghe l’ambiente si surriscalda subito e chiunque sia in studio si sente autorizzato ad inveire contro le banche. Non accade così nel salotto
di Vespa dove il principe dei conduttori gestisce la situazione sempre con grande perizia. Sono tornato altre volte e sempre ho
potuto far sentire le mie ragioni. La sera dopo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a sostegno delle sue tesi, citò alcune frasi del mio intervento. Andando via dallo studio, dopo la registrazione che avviene intorno alle diciotto, feci vedere a Vespa sul telefonino una foto, risalente a molti anni prima, dove ero io ad intervistare lui. Mi sorrise benevolo commentando il tempo che fugge. Il presidente dell’Abi mi chiamò nella notte dopo la messa in onda di “Porta a porta” e si espresse con queste parole “Ho
condiviso tutto! Sei stato magnifico. Tranne la cravatta, tutto perfetto”. In effetti le mie cravatte vivaci, me lo ricorda spesso Ilde Ferraro, non gli sono mai piaciute. Ne porto sempre una di riserva. Se devo incontrarlo la cambio di nascosto qualche minuto prima.