Calcio, la Serie A compie 90 anni

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La Serie A spegne 90 candeline. Un’avventura cominciata il 6 ottobre 1929, il giorno del calcio d’inizio del campionato ’29/’30, quando la “Divisione Nazionale” lasciò il posto all’attuale denominazione, “Serie A”. La vera novità della stagione, frutto della riforma fortemente voluta dal Presidente federale Leandro Arpinati, un tempo esponente di spicco dei “Fasci di combattimento”, fu l’adozione del girone unico: tutte e 18 le squadre in un solo raggruppamento, nel quale ogni squadra affronta due volte tutte le altre in gare di andata e ritorno, con inversione di campo, con in palio 2 punti per vittoria e uno a testa in caso di pareggio. A organizzare il campionato, il “Direttorio Divisioni Superiori”, guidato dal presidente Ottorino Barassi. A contendere il titolo di campioni d’Italia al Bologna c’erano altre 17 squadre: Alessandria, Ambrosiana, Brescia, Cremonese, Genoa 1893, Juventus, Lazio, Livorno, Milan, Modena, Napoli, Padova, Pro Patria, Pro Vercelli, Roma, Torino e Triestina. Vinse l’Ambrosiana – nome assunto dall’Inter l’anno prima per motivi politici – che si piazzò davanti a Genoa e Juventus. Protagonista del trionfo della squadra meneghina fu Giuseppe Meazza, soprannominato “Balilla”: il fuoriclasse nerazzurro, ad appena diciannove anni, conquistò la classifica cannonieri mettendo a segno 31 reti in 34 partite. In quella Ambrosiana, allenata dall’ungherese Arpad Weisz, spiccavano i talenti di Luigi Allemandi, uno dei migliori difensori italiani dell’era compresa tra le due guerre, e di Pietro Serantoni, interno di centrocampo con notevole fiuto del gol. Nella stagione 1929-30 si disputò anche il primo derby capitolino della storia, evento che sin da subito diventò un terreno di divisione per Roma. A trionfare, sia all’andata che al ritorno, fu la Roma, nata due anni prima dalla fusione di tre diversi club della città, Roman, Alba-Audace e Fortitudo-Pro Roma.