Caldarola “smonta” Teresa Bellanova: “Un’iper-renziana che non c’entra nulla con Di Vittorio”

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Una lunga storia nella sinistra italiana – dal Pci, passando per i Ds, fino al Pd – dalemiano della prima ora, giornalista e ottima penna, Peppino Caldarola oggi è un influente opinionista di Lettera 43, noto per le sue posizioni spesso urticanti ma anche autocritiche.

Insomma, uno che non le manda a dire e oggi, per non smentire la sua fama, dal suo profilo Facebook. lancia un “siluro” contro la ministra ed esponente di “Italia Viva”, Teresa Bellanova, che definisce “un’iper-renziana” presentata da Renzi come fosse una novella Di Vittorio. Una, dice Caldarola, che in realtà ha votato il Jobs Act e ha aderito a tutte le politiche renziane. Qui il post di Caldarola.

Ho ricevuto un sacco di insulti (capita). Questa volta dai fan di Teresa Bellanova la deputata iper-dalemiana ora iper-renziana. Renzi ce la presenta come la Di Vittorio dei nostri tempi. Chi ha praticato la sinistra e il sindacato in Puglia sa che non è vero. Io ho chiesto se la Bellanova abbia o no lavorato nei campi, come dice di aver fatto, o non sia più semplicemente e, onorevolmente, solo una funzionaria sindacale. Dov’è la differenza? E’ nella verità. Io sapevo che cosa avevano fatto Maria Colamonaco, la Pierri, la Panico, la Carmeno e le tante dirigenti bracciantili e contadine pugliesi. Le ho conosciute tutte, ci siamo voluti bene. La Bellanova non me la ricordo. Le “mie ” compagne non si mostravano come novelle Di Vittorio, il partito non le ha premiate per i rischi che hanno corso per difendere i lavoratori. Di Vittorio, di loro e solo di loro, sarebbe stato fiero. Non avrebbero mai, dico MAI, abolito l’art.18. Nella sinistra che ho in testa io, e nel mio cuore, ci sono queste figure morali, non la ministra Bellanova.

Fortebraccio News