Calenda show ora è l’idolo della destra

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“La destra deve lanciare lo sguardo in alto e guardare a Calenda che è una candidatura d’eccellenza”

Dopo aver letto sul Foglio la strepitosa proposta del filosofo Marcello Pera (un acrobata del pensiero che in passato è stato capace di coniugare Popper con Berlusconi) il mio bigio e uggioso martedì si è illuminato scoppiettando come una fontana pirotecnica in una festa patronale. I pochi lettori di questa rubrica sanno del mio debole per Carlo Calenda che assai ci rallegrò per aver creato dal nulla un partito del nulla (“Azione”) che nei sondaggi doppia regolarmente Italia Viva, il nulla che si è fatto partito di Matteo Renzi. Si tratta di un misirizzi multiforme, un Proteo dei Monti Parioli, capace nella sua più recente e fortunata interpretazione di candidarsi nella Capitale e di investire cospicue risorse ed energie in un’intensa campagna elettorale tutta dispiegata all’insaputa dei cittadini romani.

Se davvero un personaggio di tale creatività avesse finalmente trovato il suo autore nel professor Pera, e nel centrodestra la candidatura a sindaco, l’immaginazione potrebbe galoppare a briglia sciolta nelle praterie dell’Agro Romano. Del resto, da uno che ha mollato il Pd il giorno dopo che era stato eletto dal Pd deputato europeo, pretendere patenti di coerenza sarebbe di cattivo gusto. Ma soprattutto un Calendario sponsorizzato dal Salvini&Meloni&Berlusconi aprirebbe spazi di gustoso intrattenimento, e di imprevedibili trovate in una competizione dove i profili severi di Virginia Raggi e Roberto Gualtieri non inducono certo alla gaiezza. Può darsi che nella sua birichina terza età il filosofo voglia divertirsi a far implodere la destra in ragione di qualche vecchia ruggine. “La destra deve stupire”, inziga, mentre Maurizio Crozza ha pronto un nuovo sketch sul candidato di se stesso a caccia di voti nella savana del Quarticciolo. Forza Carlo, facci sognare.

di Antonio Padellaro