Cannabis, San Patrignano e Giovanardi criticano sentenza della Cassazione

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La decisione della Cassazione, che di fatto ha decriminalizzato l’uso della cannabis a scopo personale, ha suscitato la preoccupazione della comunità di recupero di San Patrignano e di esponenti del centrodestra.

La Comunità di San Patrignano ha criticato la sentenza della Cassazione sulla cannabis, esprimendo preoccupazione sul messaggio che arriverebbe ai minori, secondo cui la marijuana non farebbe male.

“In attesa che vengano rese pubbliche le motivazioni della pronuncia del 19 dicembre con cui le Sezioni Unite Penali della Cassazione hanno giudicato lecita la coltivazione domestica di cannabis esprimiamo la nostra più viva preoccupazione per le eventuali conseguenze che, da questa decisione, si potrebbero riverberare negativamente sul nostro sistema sociale, già duramente colpito da una comprovata emergenza educativa così come più volte ricordato anche da Papa Francesco. Infatti, coltivare lecitamente in ambiente domestico una sostanza stupefacente inciderà negativamente sull’educazione dei minori che cresceranno, sempre di più, nella convinzione che l’utilizzo di cannabis sia innocuo e socialmente condiviso nello strisciante e progressivo percorso verso la legalizzazione che da anni è ormai in corso nel nostro Paese.”

La nota comunità di recupero per tossicodipendenti rileva la discrepanza tra la sentenza della Cassazione, che legalizza la coltivazione della cannabis agli adulti, e la linea dei tribunali minorili, che allontanano i figli dai genitori tossicodipendenti.

“Mentre i Tribunali dei Minori continueranno ad emettere sentenze di allontanamento di adolescenti da genitori tossicodipendenti a causa della loro incapacità educativa, il ramo superiore della Magistratura ritiene invece lecito che un genitore coltivi e consumi una sostanza stupefacente in casa in presenza dei propri figli”.

Con la Comunità di San Patrignano si schiera Carlo Giovanardi, fervente cattolico e da sempre contro la legalizzazione delle droghe leggere. Secondo quanto da lui riferito in un’intervista all’Adnkronos, la sentenza dei supremi giudici non fa altro che creare confusione alle forze dell’ordine.

“Il mio giudizio è totalmente negativo. La decisione della Cassazione crea confusione su confusione. Perché tutte le volte che verrà fatta una segnalazione e carabinieri, polizia o guardia di finanza interverranno sarà necessario stabilire se il thc delle piantine trovate è superiore o inferiore ad una determinata soglia e a seconda dell’interpretazione da parte del tribunale la persona segnalata verrà considerata spacciatore o no. Sarà necessario valutare caso per caso, se si tratta solo di due piantine che il thc non sia alto, che sia effettivamente per consumo personale”.

Secondo Giovanardi, la sentenza è da inquadrare nell’ottica della completa liberalizzazione delle droghe leggere, come vogliono i Radicali.

“Ed è evidente che si tratta di uno di una serie di passaggi per arrivare alla completa liberalizzazione, come vorrebbero il radicali, facilitando così quelle multinazionali che stanno investendo somme gigantesche per avvicinare i giovani al mercato della droga. Perché si comincia sempre dalle cosiddette droghe leggere: si sa che tutti coloro che si trovano in comunità hanno iniziato dalla cannabis”.

Su questo punto concorda con Giovanardi il governatore leghista del Friuli Venezia-Giulia Massimiliano Fedriga, che accusa il Pd e il M5s di impostazione ideologica sulla cannabis.

“A questi piccoli passaggi che di fatto vogliono arrivare alla droga libera, sono contrario. Non lo dico io, ma tutti i centri di recupero che ci sono e che si sono dichiarati contrarissimi all’impostazione che ha dato il Governo”, le parole di Fedriga riportate da Askanews.