Caos in Calabria e caso Arcuri, gli ultimi fallimenti di un governo in tilt

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non risponde agli italiani circa la necessità di configurare una gestione dell’emergenza sanitaria adeguata alla complessità del momento. L’unico ad aver ricevuto una risposta è stato il piccolo Tommaso che implorava l’autorizzazione alla mobilità della slitta di Babbo Natale, una sorta di pass per la sua circolazione che derogasse le misure restrittive. Per il resto Conte si è trincerato in un silenzio assordante rispetto alle istanze della cittadinanza che è stanca di verificare, quotidianamente, l’inadeguatezza del governo e delle strutture di sua emanazione. Il caso della sanità calabrese è emblematico di un fallimento tutto interno alla maggioranza rossogialla che ha inanellato in pochi giorni una serie di disfatte sulla nomina del commissario straordinario.

Prima la revoca del generale dei carabinieri in quiescenza, Cotticelli, che si è autodiagnosticato l’alterazione allucinogena della personalità per giustificarsi dalla totale ignoranza delle funzioni a cui era proposto. Poi l’indicazione del successore Zuccatelli che in un video erudisce gli interlocutori sulla inutilità della mascherina, ritenendo il virus trasmissibile solo attraverso slinguazzata. I negazionisti sono arrossiti per le ardite provocazioni di Zuccatelli. Infine, l’esplorazione della disponibilità di Gino Strada, in seguito accantonata, e la nomina dell’ex rettore della Sapienza Eugenio Gaudio che ha rinunciato, tuttavia, all’incarico. Collezionare una tale sequela di figure barbine è un primato che si intesta direttamente Conte e il ministro Speranza, che in una regione problematica come la Calabria non sono riusciti ad individuare una personalità con requisiti di affidabilità.

In queste ore si è accesa l’ennesima polemica con il commissario Domenico Arcuri che, dopo aver dichiarato l’idoneità delle terapie intensive al fabbisogno sanitario, è stato sbugiardato dagli operatori del settore. Antonio Giarratano, presidente Siaarti (anestesisti e rianimatori), ha respinto l’ottimismo di Arcuri, ritenendolo implausible, con parole categoriche:«Viene affermato che la pressione sulle terapie intensive sia sostenibile ma in realtà nelle regioni rosse la pressione è quasi insostenibile e in quelle arancioni è molto ma molto pesante. Sostenere che 10.000 ventilatori possano garantire un sufficiente margine per sostenere questa crescita esponenziale di ricoveri in terapia intensiva significa pensare che basti saper accendere un ventilatore per salvare una vita. Purtroppo non è cosi». La carenza nella dotazione organica del personale medico specialistico rende inoperativo qualsiasi potenziamento delle attrezzature sanitarie. Arcuri dal suo eremo commissariale ha scodellato numeri che nella realtà non possono trovare operatività e chi è impegnato nella linea del fuoco della battaglia al coronavirus glielo ha ricordato.

Insomma, il commissario straordinario di straordinario evoca gli insuccessi della sua gestione che pensa di edulcorare con esibizioni mediatiche che narrano una realtà parallela all’effettività delle disfunzioni organizzative della sua struttura.                                                                                                                  Andrea Amata