CARLO CALENDA: SCOPPIA IL CASO DEI FINANZIATORI DI “AZIONE”

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TRA DI ESSI INDAGATI E SOGGETTI SOTTO INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA PER GRAVI REATI CONTRO LA P.A.

CODACONS INVIA ISTANZA A PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO E AL MINISTRO PATUANELLI. SUBITO ACCERTAMENTI URGENTI

Dopo il caso dei finti follower, un nuovo scandalo travolge come uno tsunami Carlo Calenda e il suo partito “Azione”. Al centro della vicenda, i finanziamenti ricevuti dal movimento politico dell’ex Ministro dello sviluppo, che oggi finiscono nell’occhio del ciclone.

Il Codacons ha rilevato infatti che tra i finanziatori di Carlo Calenda e di Azione figurerebbero alcuni soggetti indagati dalla magistratura e accusati a vario titolo di reati contro la Pubblica Amministrazione. Tra questi vi sarebbero, stando ai rendiconti di Azione che l’associazione ha analizzato:

– Andrea Casini, che sembrerebbe essere uno dei 15 indagati mandati a processo dopo l’inchiesta Chiantibanca;

– Andrea Moltrasio, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca, che risulterebbe essere stato indagato dalla Procura di Bergamo nell’ambito dell’inchiesta sullo stesso Istituto di credito e successivamente rinviato a giudizio;

– Antonio Gozzi, che sembrerebbe essere stato arrestato a Bruxelles con l’accusa di corruzione di funzionari nella Repubblica Democratica del Congo in cambio di appalti;

– Carlo Pontecorvo che sarebbe stato denunciato e inquisito insieme ad altri vertici della Società per una vicenda giudiziaria che fa seguito al sequestro del cantiere per la realizzazione di un condotto fognario;

– Gianfelice Mario Rocca, presidente del gruppo industriale Techint, che sembrerebbe essere stato rinviato a giudizio poiché, secondo la Procura di Milano, tra 2009 e 2014 risulterebbe al centro di pagamento di tangenti per circa 6.6 milioni di euro a dei funzionari della società petrolifera Petrobras;

– Mario Barbero, a capo della società Sistemi Immobiliari, che risulterebbe essere stato indagato per lo smaltimento abusivo in seguito agli eventi del Dicembre 2017 a Voghera;

– Maurizio Marchesini, Presidente Regionale di Confindustria, è il proprietario della Marchesini Group di Carpi, società che sarebbe una delle imprese già sottoposte ad indagine in merito alla vicenda del cemento depotenziato, e accusate per associazione a delinquere e truffa ai danni dello Stato.

Questi solo alcuni dei nomi di soggetti che figurerebbero come finanziatori di Azione e coinvolti in inchieste della magistratura, e che hanno portato il Codacons a presentare una istanza ai Presidenti di Camera e Senato e al Ministro dello sviluppo economico Patuanelli, in cui si chiede di eseguire subito controlli atti a “preservare la funzione essenziale che svolgono i partiti nella rappresentanza dei cittadini e predisporre sistemi di selezione e di controllo auspicabilmente più efficaci e più trasparenti anche in relazione ai sostenitori che erogano contributi.

In tale ottica, ci si permette di sollecitare un accertamento in merito alla fondatezza delle circostanze segnalate circa l’eventuale coinvolgimento dei finanziatori di AZIONE, meglio sopra specificati, nei procedimenti penali, così come riportati dalle notizie di stampa citate, e, in caso di esito positivo, valutare la possibilità di restituire a chi le ha erogate le somme ricevute, al fine di preservare l’integrità e la solidità del patrimonio etico ed ideologico del movimento che, in un’ottica il più possibile obiettiva e scevra da facili moralismi, potrebbe risultarne fortemente pregiudicato, andando così a vanificare il progetto politico di AZIONE e la sua credibilità”.