“Caro Fontana, non si può promuovere la distruzione della dignità umana”

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Caro Fontana, non sei una cattiva persona, non sei nemmeno uno sciocco, e allora perché devi dire che è giusto, anzi, vuoi addirittura promuovere, lo sfruttamento sessuale di donne (o anche di uomini, il discorso è generale) da parte di maschi che hanno “necessità fisiologiche” da soddisfare (come hai detto l’altro giorno a “La Zanzara”)? Le “necessità fisiologiche” si espletano in bagno. Il sesso invece è una cosa bella. Molto bella e molto importante. Ma come, a te non fa schifo chi tratta le persone come cose? Dove vedi la libertà di qualcuno che, a pagamento, si presta a farsi adoperare da un altro come un attrezzo? Non ti viene il dubbio che, anche nei casi in cui non ci sia l’osceno sfruttamento da parte di un terzo, l’apparente libertà di vendersi non sia piuttosto la chiara manifestazione dell’arrendersi? Che anche dietro il “sono più furba (o furbo), ti vendo l’uso del mio sesso perché con poca fatica faccio più soldi” ci sia in realtà un depresso (e deprimente): “Non valgo tanto che non possa essere scambiato per denaro”?

Sei un uomo dignitoso, come fai a promuovere la distruzione della dignità di qualcun altro? No, Attilio, la prostituzione non è un mestiere. Se tua moglie, tua figlia, tua madre, ti dicessero: “Stasera esco a battere, caro, non aspettarmi per cena”, non risponderesti con un affettuoso “Ma certo cara”. Piuttosto, penseresti che la tua vita è finita, finché non risorge anche la sua. Ecco, Governatore: ciascuna di queste donne, o di questi ragazzi, è nostra madre, moglie, figlia. Ricordalo, dentro di te, prima di bruciare la tua reputazione in una campagna elettorale che sarà l’ultima. Se non riesci ad aver cuore, ti auguro almeno saggezza.