Caro Renzi, vacci tu a lavorare in fabbrica in piena emergenza coronavirus

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Oggi, mentre l’atroce bollettino quotidiano ci dice che appena ieri in Italia il Covid 19 ha ucciso quasi mille persone in 24 ore, mentre il Papa invita a sostenere chi è costretto a lavorare per il bene di tutti -“perché nessuno si salva da solo”- e mentre il Presidente Mattarella ci indica la strada per opporci al cieco egoismo delle politiche economiche neoliberiste di alcuni Paesi Europei, il senatore di Rignano Matteo Renzi, evidentemente pensando solo a come poter strappare un titolo, un articolo, un link con il suo nome sopra, ha dichiarato: “Bisogna ripartire. Riapriamo fabbriche e scuole. Non si può aspettare il vaccino.”

In sostanza: bisogna produrre mentre il virus è in corso, bisogna produrre mentre il virus continua ad uccidere. “Parlate male di me, purché ne parliate”, sembra aver detto Oscar Wilde: e Matteo Renzi l’ha preso davvero in parola, dimenticando però di essere un personaggio politico e Senatore della Repubblica Italiana, di essere stato addirittura Presidente del Consiglio. Di aver avuto e aver ancora, in sintesi, una certa responsabilità sociale –verso la quale, a onor del vero, non si è mai dimostrato particolarmente sensibile. Di lui si è parlato eccome, ne sarà contento: “E’ una follia!” hanno tuonato gli epidemiologi dell’Università di Pisa, “E’ assolutamente sbagliato. Non diamo false illusioni e speranze”. Altri scienziati, tra cui il ben noto Burioni, liquidano la sua proposta come dannosa, irrealizzabile. Anche Carlo Calenda –verrebbe da dire: addirittura Carlo Calenda- non le manda a dire a Renzi e lo taccia come “poco serio”. E sui social si scatena un po’ di tutto: da chi lo invita giustamente a farsi un giro negli ospedali lombardi, a chi gli ricorda che lui in una fabbrica evidentemente non c’è mai entrato e non conosce l’angoscia di chi –costretto a lavorare- ha poi paura di riportare il virus a casa, ai propri cari. Il dirigente nazionale della Fiom Michele De Palma centra il punto: certo che vorremmo tutti tornare alla normalità, soprattutto chi vive in piccoli appartamenti: ma tutti fanno la loro parte contro il virus. “Solo chi vive in una villa circondato dalla quiete e da tutti i confort non sente l’ansia e la paura di chi è costretto a stare in pochi metri quadri”. Di eguale tenore il commento di un altro autorevole sindacalista, Maurizio Brotini: “I padroni chiamano, Renzi risponde. In barba ad ogni evidenza scientifica, nei giorni del maggior numero di decessi, l’ex Presidente del Consiglio che non vuol rassegnarsi alla fine del suo breve ciclo politico, reclama l’apertura di scuole e di fabbriche. Invece di avere a cuore la salute e la sicurezza dei cittadini italiani mettendo in sicurezza i lavoratori e le lavoratrici, ha a cuore i miseri profitti di una classe imprenditoriale”.

La visibilità è una cosa certamente importante, per chi fa politica: e Renzi sembra esserne sempre più affamato. C’è però una moneta più preziosa, la “credibilità”: chi la getta via continuamente in cerca d’un riflettore, d’una telecamera, contrae quella pericolosa malattia che pochi giorni fa Emanuele Macaluso –parlando guarda caso proprio di alcune esternazioni di Matteo Renzi- ha bollato come “imbecillità politica”. Evidentemente si può contrarre anche rimanendo a casa, che sia un minuscolo appartamento di pochi metri quadri o una grande villa piena di confort vicino all’Arno.

Fortebraccio News