Casaleggio: il Movimento ha bisogno della coerenza di Di Battista

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Davide Casaleggio, lei come ha votato sulla fiducia al governo Draghi? «Credo il mio ruolo sia quello di permettere agli altri di esprimere il proprio voto e non di utilizzare il mio ruolo per promuovere una posizione piuttosto che un’altra».

Questo risultato che vede i militanti divisi tra il 60% per il sì alla fiducia e il 40% per il no spacca il Movimento?

«Il voto unisce sempre la comunità del Movimento. Mi ha molto colpito il fatto che tutti i parlamentari e gli iscritti hanno richiesto a gran voce di utilizzare Rousseau per una decisione collettiva che indicasse la direzione futura in un momento delicato. Questo dimostra che, diversamente dal racconto giornalistico, tutti concordano che Rousseau rivesta un ruolo centrale nel Movimento».

Che ruolo dovrà avere a suo avviso il Movimento 5 Stelle nell’esecutivo?

«Un esecutivo così largo potrà avere solo obiettivi coerenti con tutte le sensibilità dei vari partiti che vi parteciperanno per gestire l’emergenza sanitaria ed economica in atto. Ho paura che sarà una partita con lo schema catenaccio per difendere le riforme fatte. Tuttavia questo è un momento di costruire il futuro, non di difendere il passato. E sappiamo tutti che le scelte del prossimo anno, determineranno il futuro del prossimo decennio».

Voi un tempo eravate molto critici con Draghi e il mondo dell’alta finanza. Sbagliavate prima o state sbagliando ora?

«Non è una questione di persona, ma di scelte. Ora Draghi si trova a difendere gli interessi degli italiani e non della Bce. Mi auguro che questo governo possa pensare a politiche espansive in questo momento emergenziale e soprattutto staccare la figura di Draghi da interessi prevalentemente di Paesi esteri, come era normale che fosse quando era a capo della Bce, e di focalizzarsi invece su quelli italiani. Anche l’apparenza oltre che la sostanza in politica è importante».

Il voto su Rousseau ha fatto discutere: farlo e poi sospenderlo non le è sembrato uno sgarbo istituzionale?

«Immagino facesse parte della negoziazione politica che tuttavia non ho seguito in prima persona».

C’è stato un botta e risposta con Vito Crimi sulla paternità del quesito e sulla possibilità di un ulteriore step.

«Mi sembra si sia chiarito che il quesito lo ha formulato Vito Crimi come da sue prerogative».

Lei non teme la scissione. Ma a suo avviso , avere meno potere nell’esecutivo rischia di inasprire ancor più le tensioni nel gruppo?

«Sicuramente sarà un governo complicato».

Alessandro Di Battista ha annunciato dopo l’esito del voto di volersi fare da parte. Che cosa implica questo per il M5S?

«Alessandro è fondamentale per il Movimento. È una persona che stimo, in grado di portare avanti con coerenza i principi e le battaglie del Movimento. Questa sua scelta dimostra per l’ennesima volta l’onestà intellettuale di Alessandro ed è proprio di questa coerenza che ha bisogno il Movimento. Chi oggi guida l’azione politica del Movimento dovrà fare in modo di non gestire questo momento con arroganza o la larga parte contraria a questa scelta potrebbe allontanarsi».

Lei è sempre al centro del mirino di alcuni parlamentari, ora anche per le iniziative di Rousseau (ambasciatori della partecipazione e sistema meriti) e c’è chi teme un allargamento della piattaforma.

«È il nostro compito svolgere queste attività. Sgomberiamo il campo da un fraintendimento: Rousseau non è uno strumento, ma un modello di partecipazione che dà forma al Movimento mettendo a disposizione l’infrastruttura sociale, tecnologica e formativa. È sempre stato così. Il Movimento è nato dalla Rete di idee e persone e dal metodo unico di partecipazione dal basso. Gli ambasciatori della partecipazione e il nuovo sistema meriti vanno in questa direzione».

Ci sarà SUM#05 quest’ anno dopo l’edizione saltata in extremis a causa della pandemia?

«Sum#05 quest’ anno sarà dedicato al ricordo delle idee di mio padre. Per questo a breve chiederemo a tutti coloro che lo hanno conosciuto di contribuire con le loro testimonianze su di lui».

Ma Rousseau rimarrà legata a doppio filo al Movimento o sarà un’entità sempre più autonoma? Quali progetti ha in mente?

«L’attività di Rousseau rimarrà incentrata sulla partecipazione civica digitale. Il tema della cittadinanza digitale da tema di nicchia solo due anni fa quando sono andato a parlarne all’Onu, oggi è diventato mainstream visto che oggi il nostro mondo è diventato digitale per necessità e non solo per utilità. Abbiamo ricevuto con questo voto una grandissima attenzione anche dall’estero. Vedremo che forma prenderà il futuro».