Casini scavalca tutti a sinistra: “Ci vuole la patrimoniale”

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In tempi di cambiamento epocale può accadere di tutto. Può accadere pure che Pierferdinando Casini, ex enfant prodige della Democrazia Cristiana, intenzionato evidentemente a chiudere in modo definitivo la sua “parentesi” nel campo neoliberista (iniziata col sostegno a Berlusconi nel 1994 e chiusasi nel 2018, accettando la candidatura a Bologna per il PD), risfoderi la propria appartenenza a quei valori sociali che spesso richiamava anche il suo partito nella Prima Repubblica. Con una proposta obiettivamente spiazzante, tassare le grandi ricchezze. Da Arnaldo Forlani a Carlo Marx, si potrebbe dire.

Stamattina ad “Agorà” (Rai3), le posizioni di Casini hanno infatti colpito gli osservatori: dapprima ha citato le parole del Segretario Generale della Cgil Maurizio Landini, a proposito del fatto che chi oggi è costretto a lavorare può e deve farlo solo se l’azienda garantisce tutte le misure di sicurezza –come previsto nel protocollo siglato tra Governo e parti sociali. E, passando alla tempesta economica e sociale che ci attende, si è spinto ancora più in là: la crisi economica che scaturirà dall’emergenza coronavirus non devono pagarla i lavoratori. Ha detto proprio così, in sintesi: non possiamo oggi mandare queste persone “in prima linea, al fronte” e però domani voltargli le spalle. E’ nel finale che Casini ha dato il meglio di sé. Parlando del futuro economico e sociale del nostro Paese, ha testualmente detto: “Dobbiamo riflettere sul modello di sviluppo. E’ una società in cui una fetta sempre più larga di ricchezza è nelle mani di una porzione sempre più piccola di persone. Chi più ha, più deve dare. Se mi chiedono di pagare una tassa patrimoniale, lo faccio, credo sia giusto”. E via a difendere la sacrosanta “progressività” del sistema fiscale. “Credo sia giusto pagare una tassa patrimoniale”. Concetto che l’ex esponente democristiano ha ribadito con ancora più nettezza in un video pubblicato su Facebook.