Caso Palamara, gip Morosini: “Dopo pubblicazione intercettazioni nulla sarà come prima”

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“Dopo la pubblicazione delle intercettazioni nell’inchiesta Palamara nulla sarà più come prima. Bisogna ripartire con una visione di rottura rispetto a cose che sono accadute, soprattutto negli ultimi 13/14 anni”. Lo ha detto il gip del Tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, ex consigliere del Csm intervenendo al convegno organizzato dalla Camera penale di Palermo. “Io sarei per pubblicare tutte le intercettazioni del caso Palamara perché non c’è dubbio che il notevole interesse per la collettività di questa inchiesta è sotto gli occhi di tutti. E La trasparenza è il miglior disinfettante”, ha poi sottolineato.

“Dalle chat dell’inchiesta Palamara si notano in modo nitido anche i trattamenti che venivano riservati a chi era dissenziente rispetto a certe manovre e le conseguenze per coloro che dissentivano sono chiare in queste pubblicazioni, cioè l’isolamento o l’ostacolare ogni aspirazione professionale”, ha detto ancora.

“Io non darei un ‘bonus’ superiore di 8, al massimo 10 anni, per esercitare le funzioni direttive della magistratura. Per evitare il carrierismo che ci ha riconsegnato un modello di magistratura che è precostituzionale”, ha sottolineato il gip di Palermo.

“Non nascondiamoci dietro un dito – ha detto ancora – In questi ultimi 18 mesi il tema dell’indipendenza della magistratura è stato esaminato soprattutto dall’angolo prospettico del cellulare di un magistrato che è sottoposto a una indagine”. “Credo che questa operazione proponga molte insidie – ha aggiunto – non voglio certo sottrarmi all’importanza delle intercettazioni e delle chat. Credo che l’informazione ha il dovere di pubblicare tutto perché non c’è dubbio che il notevole interesse per la collettività di questa inchiesta è sotto gli occhi di tutti”.

Per Morosini bisogna “tenere conto sempre di quello che sta emergendo da quei documenti. Ma le forme in cui viene proposta questa inchiesta dell’informazione è importante. Perché nel modo di raccontare questa storia, tramite le intercettazioni, c’è il rischio di travolgere il contributo di serietà e di lealtà di migliaia di pm e di giudici che sono lontani anni luce da certi traffico, certi salotti e dalla grammatica di certi messaggi”. “C’è il rischio che L’opinione pubblica pensi che sia tutto marcio – ha affermato – una sfiducia diffusa nel l’autorità giudiziari che avrebbe un prezzo. Ci sarebbe una pericolosa espansione di una giustizia ‘alternativa’”.

“Veicolare una immagine diffusa di inaffidabilità della magistratura” dopo il caso Palamara “getta anche un’ombra pesante su tutto l’operato degli ultimi 30 anni della magistratura, della giustizia”, denuncia Morosini.