Ccnl Commercio, NO a rinnovi peggiorativi per i lavoratori

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Nonostante la pandemia in corso, le associazioni datoriali hanno dato il via ai rinnovi contrattuali, coinvolgendo la maggior parte dei lavoratori del settore.

Una trattativa a porte chiuse su cui gli stessi lavoratori non vengono informati, che fa temere un controllo esclusivo da parte delle associazioni datoriali.

Le poche notizie che trapelano infatti destano una forte preoccupazione, si parla di nuovo di flessibilità ed organizzazione di lavoratori assunti con agenzie interinali.

Usb rigetta una simile trattativa, che significherebbe peggiorare ulteriormente la situazione dei lavoratori del settore.

Siamo contrari a qualsiasi tipo di flessibilità. In questi anni, banca delle ore, turni spezzati, ore in negativo e turni cambiati senza alcun preavviso hanno reso impossibile la conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro.

Allo stesso modo, le liberalizzazioni, addirittura anticipate dai rinnovi contrattuali, ci hanno sottratto il nostro tempo, cancellando il diritto a momenti di riposo universali e comuni a tutti. Siamo ben oltre il nobile significato religioso o civile della domenica o della festività, i tempi di riposo condivisi sono alla base della socialità umana. Significano potersi ricreare in compagnia delle persone a cui si vuole bene, condividere un tempo di fermo dall’attività lavorativa, e infine percepire attorno a sé la sacralità del riposo nel riposo generale della collettività.

Il lavoro domenicale deve essere una libera scelta del dipendente, effettuata su base volontaria e di volta in volta. Nei giorni festivi invece il commercio deve fermarsi.

Ad oggi, i lavoratori sono costretti praticamente a vivere nei punti vendita a causa di turni spezzati e spalmati su tutta la giornata e ore di straordinario, mai riconosciute come tali.

Il rinnovo contrattuale non deve essere l’ennesima possibilità per le aziende di assumere in modo precario con sempre meno diritti. Tutti i i dipendenti con contratti interinali o in appalto devono essere stabilizzati e assunti direttamente dall’azienda.

La malattia è un diritto indisponibile dei lavoratori, qualsiasi condizione peggiorativa deve essere cancellata, a partire dall’ultimo rinnovo di Confcommercio.

In base a questo, infatti solo i primi due episodi brevi (inferiori a tre giorni) n un anno vengono indennizzati al 100%.

Date le svariate possibilità dei datori di controllare l’effettiva veridicità degli eventi morbosi, non deve essere posto nessun limite al conteggio degli episodi di malattia né devono essere penalizzati i lavoratori che si ammalano.

Le associazioni datoriali hanno deciso di iniziare le fasi di rinnovo consapevoli della crisi economica dovuta alla pandemia, questa non deve essere scaricata sui lavoratori con l’ennesima diminuzione della retribuzione.

Devono essere riconosciuti tutti gli aumenti salariali, compresi quelli arretrati, come retribuzione diretta in busta paga e non il finanziamento imposto a enti bilaterali e previdenza privata.

Affinchè il rinnovo sia davvero equo, come Cgil, Cisl e Uil non si sottraggono dal sostenere, deve essere attuata una redistribuzione vera dei guadagni in termini di diminuzione dell’orario di lavoro e investimenti in salute e sicurezza.

Usb invita tutti i lavoratori a contattare i delegati nel proprio punto vendita, in modo da mantenere alta l’attenzione su tutte le fasi della trattativa, preparandoci a respingere qualsiasi peggioratimento delle nostre condizioni di lavoro.

Usb Commercio