CENTRI COMMERCIALI: Siamo a Siracusa o a Tokio?

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Quanti Centri Commerciali esistono o sono esistiti a Siracusa e paesi limitrofi?

Contrada Spalla (Comune di Melilli)
Auchan, Brico, Mediaworld, Decathlon, Tata, AWR megastore. precedentemente SEMERARO MOBILI e precedentemente AIAZZONE. Eurospin, Gemar, Alta Sfera ed infine la struttura di fronte l’AUCHAN che avrebbe dovuto contenere all’interno circa 100 negozi.

Viale Epipoli – Centro Commerciale “Fiera del Sud” – Chiuso –
Via Necropoli del Fusco – Archimede
Via Elorina/Ermocrate – Gemar, UNIEURO, Centro Commerciale XIU
Priolo/Melilli – Conforama
Avola – Centro Commerciale “Il Giardino”

Nella nostra città ci sono, come in qualsiasi altra città moderna, innumerevoli negozi e supermercati ma, vista la lista suindicata, la domanda è la seguente: Siracusa è diventata Tokio o c’è qualche problema nel comprendere che l’offerta supera di parecchio la domanda? Le parole “BACINO DI UTENZA” hanno un significato oppure no?
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Un’attività commerciale cerca, in base alla sua offerta, di captare più utenti possibile e questa è una legge di mercato e di marketing. Un grosso centro commerciale alle porte di una città cerca di attirare a sé potenziali acquirenti, anche dalla provincia. Analizziamo questo argomento prendendo, ad esempio, il caso di Siracusa. A Nord la città più vicina è Catania. Tra Catania e Siracusa ci sono, oltre ai menzionati centri commerciali, anche “Le Porte” di Catania e “IKEA”. Si pensa veramente che gli abitanti, ad esempio, di Lentini, vengano a Siracusa a fare spese quando, ad una distanza inferiore, hanno, oltre Catania stessa, i centri commerciali anche di Misterbianco (storico polo commerciale) e di Belpasso, con il suo ETNAPOLIS?
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Orientiamo adesso il nostro sguardo a sud della provincia. Andando verso sud, oltre alle menzionate attività commerciali, troviamo il Centro commerciale “Il Giardino” ad Avola e, ancora più a sud, arriviamo a Ragusa, città con il suo polo commerciale, esattamente al pari di Catania.

Tornando a Siracusa, il centro commerciale oggi denominato “Archimede” negli anni ha cambiato diversi nomi, non per un restyling ma semplicemente perché i negozi all’interno hanno sistematicamente chiuso battenti e, di volta in volta,sono sorte nuove catene. Si è passati da “I Papiri” ad “Archimede”.
Per carità, qualcuno affermerà l’equazione: nuovi centri commerciali uguale più posti di lavoro. Ma, alla luce dei fatti e dell’analisi predetta, quanto saranno precari i posti di lavoro creati? Ne esistono decine di esempi come questo, da ultimo i lavoratori dell’ex Spaccio alimentare che hanno la nostra totale solidarietà visto che, dopo mesi dalla riapertura del Centro Commerciale, il supermercato all’interno è ancora chiuso. Inoltre, preme far notare che a Siracusa gli immobili dei supermercati che chiudono rimangono sfitti, creando delle vere e proprie cattedrali nel deserto (vedi il supermercato Simply di Via Tisia), visto anche l’impatto estetico sgradevole, nel paesaggio urbano, dei capannoni creati velocemente per dar luogo a nuovi supermercati (come l’ARD del quartiere Mazzarona).
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Si ritiene, pertanto, che la regolamentazione della concessione di licenze e del suolo pubblico diventi più stringente e chiara, pianificando con senso di responsabilità l’apertura di negozi e quant’altro concesso per evitare la creazione di posti di lavoro illusori, della durata di pochi mesi e aventi, come triste conseguenza, decine di famiglie in mezzo alla strada: un precariato che non permette la crescita dell’economia e che, viceversa, la blocca inesorabilmente.
A Tal proposito la domanda da porsi è:
Perchè non è mai stato applicato l’esistente Piano Commerciale di Siracusa?