Cgil, Cisl e Uil: pronti allo sciopero generale contro il governo

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Critiche al Def. La decisione negli esecutivi unitari: o si confronta con noi in modo serio o sarà mobilitazione totale.

Confronto «serio» o sarà sciopero generale. Cgil, Cisl e Uil bocciano il Def appena presentato dal governo. Negli esecutivi unitari tenuti ieri mattina a Roma minacciano lo sciopero generale, dopo il «fitto calendario» di mobilitazioni unitarie già in programma dal primo maggio a fine giugno: dalle manifestazioni nazionali dei pensionati del 1 giugno e del pubblico impiego l’8 giugno, allo sciopero della scuola venerdì 17 maggio e dei metalmeccanici il 14 giugno.
Compatta la posizione di Cgil, Cisl e Uil: nel Def «il governo boccia se stesso; certifica gli errori fatti sulle stime della crescita; prevede un calo nell’occupazione ed un aumento della disoccupazione», attacca il leader della Cgil, Maurizio Landini, secondo cui «il governo continua a prendere il giro gli italiani con misure di propaganda elettorale come la flat tax». Ma non c’è «più tempo da perdere», serve «una diversa politica economica. Così non si regge, rischiamo di andare a sbattere», avverte. In campo c’è «un crescendo di iniziative» unitarie, partite con la manifestazione del 9 febbraio scorso, «per dire al governo che deve cambiare passo: sta a lui decidere se farlo oppure no», rimarca la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che parla del Def come di «una scatola vuota, un pannicello caldo». «Mancano» la crescita e gli investimenti e si pongono «scelte sbagliate» anche sulla flat tax, incalza. «Se vogliono evitare di arrivare ad un eccesso di mobilitazione e di fare un ulteriore danno al Paese, ci devono convocare: dobbiamo confrontarci», insiste il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, rispondendo sull’eventualità di chiudere il percorso di mobilitazione con uno sciopero generale di tutte le categorie.
I confronti avuti finora con il governo sono stati «inconcludenti» e «deludenti», sostengono i sindacati, per non dire che si «sono limitati ad un ascolto finto». Cgil, Cisl e Uil sollecitano una discussione «seria» anche per una riforma fiscale «vera» che abbassi le tasse sui lavoratori e pensionati, rendendo «più pesanti» le loro buste paga ed i loro assegni. No, invece, alla flat tax che va contro il principio «costituzionale» della progressività. E sulle stime del Pil «siamo stanchi di parlare di prefissi telefonici», sintetizza Barbagallo. Crescita, sviluppo e lavoro devono essere priorità.