CHE FINE HA FATTO IL FAIR-PLAY?

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Che un ragazzino di 14 anni si abbassi i pantaloncini e rivolga gesti osceni all’arbitro in quanto donna è deplorevole, ma che questo gesto sia stato in qualche modo “istigato” dai cori dei genitori sugli spalti che hanno inveito ed invitato la direttrice di gara a prostituirsi, è inaccettabile.
Altrettanto inaccettabile la pesante aggressione di un arbitro, tanto da riportare contusioni e ferite giudicate guaribili in 10 giorni.
Episodi che si sono verificati nelle ultime 24 ore su campi di calcio durante incontri disputati tra giovanissimi.

Lo sport che istituzionalmente si proclama veicolo contro le discriminazioni, a favore delle inclusioni, dell’integrazione sociale, che dovrebbe essere un supporto all’educazione accanto alla scuola e alle famiglie, non può e non deve essere questo.

Non può e non deve essere un volto tumefatto dai pugni o la volgarità sessista a cui abbiamo assistito nel fine settimana.
Sono atti che si ripetono dopo l’episodio accaduto lo scorso novembre in cui ha rischiato la vita a Ciampino un altro “fischietto” brutalmente aggredito.

Proprio in quella occasione, lo scorso dicembre, ho presentato un ordine del giorno alla Legge di stabilità 2019, approvato, al quale però la Giunta non ha ancora dato attuazione. Nel contenuto la richiesta di adottare un “Codice Etico regionale dello sport” in cui tutti i soggetti, dalle associazioni sportive ai tesserati e, in primo luogo i genitori, si impegnino a mantenere e arginare comportamenti inadeguati. Un atto per il quale tornerò a chiedere il sollecito dell’attuazione affinché episodi come quelli accaduti vengano contrastati e arginati                                                                                                                                   fonte francesca devito  consigliere regione lazio