Chiamo Sky per annullare il collegamento del sabato

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Vado a Milano la domenica, con i denti stretti, e un maglione sotto alla camicia per non far vedere quanto peso ho perso. «Stai bene?» mi chiedono i colleghi. «Sto bene» rispondo. Ma non è vero. E il giorno dopo il dottore mi guarda di nuovo negli occhi. I miei, di occhi, sono gialli.
E il dottore mi dice: «Si fermi, Gianluca». Lo guardo, dubbioso. Perché mi devo fermare? La mia vita è un continuo movimento tra Londra, Milano, la Bbc, Sky, la mia famiglia, i colleghi, i campi da golf, gli amici. Cosa devo fermare? La risposta me la dà la risonanza magnetica: ferma tutto, Luca. Hai un cancro al pancreas.

«Ci sono buone possibilità». Buone possibilità di cosa? mi chiedo. E, quando lo capisco, io che fino a quel momento della mia vita da atleta non sapevo niente di malattie, biopsie, pet-scan, di linfonodi e liquidi di
contrasto, mi sento perduto. Alla prima biopsia che faccio, il tecnico la butta lì: «Io non vedo niente, sai? Forse è benigno». Allora lo abbraccio e lui ride, imbarazzato.
Questo è davvero il colmo per un interista: essere abbracciato da Gianluca Vialli! Ma il mio tecnico preferito, purtroppo, si sbaglia. Non è benigno. E bisogna muoversi in fretta: ho una settimana prima dell’operazione.

Mi rifugio a Grumello, nella parte di casa che mio papà mi ha donato e che ho sistemato per la mia famiglia. Siamo in pianura, ma per me è come essere sulle montagne russe. In qualche modo riesco a mettere ordine tra le emozioni: se c’è una cosa che ho imparato a fare nella vita, mi dico, è prepararmi alle cose difficili. Alle grandi partite. So di avere un ottimo allenatore, una squadra perfetta: mia moglie,
mia sorella, i miei fratelli. I miei genitori. Loro sono anziani, sono invecchiati bene, come gran parte dei miei avi. Pasta forte, noi Vialli. E quindi, durante quella settimana, prometto a mio padre che non me ne andrò prima di loro. Però faccio testamento e, nel farlo, vedo tutte le cose della mia vita per quello che sono: cose.

Mentre io, mia moglie, le bambine, i miei fratelli, mia madre e mio padre, i miei amici, tutti noi, tutti voi, siamo molto di più. Siamo pensieri e legami, siamo emozioni e parole. Siamo il futuro che riusciamo a immaginarci.
Immaginandolo, il futuro, decido di non dire ancora niente alle bambine. La storia di quello che mi accade viene tessuta e protetta, come spesso succede, dalle donne di casa, che sono straordinarie: mia moglie, che cerca, parla, prepara, sistema e, quando è necessario, dorme per una settimana sul lettino secco dell’ospedale per essere la
prima persona che vedo quando apro gli occhi. È positiva e riposata come se fossimo in vacanza nel migliore resort del mondo. E mia sorella, pronta a prendersi cura di me dopo l’operazione. Entro il 29 novembre, lo stesso giorno in cui, nel 1899, venne fondato il Futbol Club Barcelona. Sono pronto. Mi addormento giurandomi di svegliarmi ancora”.

[Gianluca Vialli] ❤   fonte calcio totale facebook