Chiede la mascherina al padrone. Bracciante picchiato e gettato in un fosso

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Un episodio gravissimo, accaduto a Terracina, in provincia di Latina, che dimostra come le campagne siano ancora luoghi senza regole né leggi, dove l’abuso e la violenza contro i lavoratori siano la regola. Un bracciante indiano chiede la mascherina al datore di lavoro per poter lavorare in sicurezza: licenziato, picchiato e gettato in un fosso. Tanta l’indignazione sui social in queste ore. Ad intervenire duramente anche Marco Omizzolo, sociologo e ricercatore, attivista per i diritti dei braccianti, uno che ha consentito con le sue denunce l’arresto di diversi caporali: “Oggi – scrive Omizzolo – un padrone italiano di quelli che ho conosciuto quando lavoravo come bracciante nel Pontino e che ho visto all’opera con la sua violenza razzista, è stato arrestato perché insieme al figlio ha picchiato, rotto la testa e gettato in un fosso un bracciante indiano reo di avergli chiesto una mascherina per lavorare nella sua azienda e poi gli arretrati lavorati e non pagati. È accaduto a Terracina, governata da Fratelli d Italia. Ancora una volta. Appena qualche mese fa proprio Fratelli d Italia con la Lega organizzo’ a Latina un convegno in cui nego’ L esistenza dello sfruttamento e del caporalato. Proiettarono addirittura un video in cui partendo dal dittatore e traditore della patria Mussolini durante la bonifica delle ridenti palude Pontine si arrivava d un balso alle interviste ‘orientate’ di alcuni braccianti indiani che dichiaravano il loro assoluto benessere. Ecco. La cronaca di oggi – conclude Omizzolo – ha smentito ancora una volta i potentati locali e i loro padroni e vassalli, dimostrando che ogni negazionismo in questo settore è destinato a crollare come la loro nostalgia e i loro interessi criminali. E mi dispiace anche per qualche indiano che si presta a questi giochi di potere meschini, al quale non è rimasto che una storia tradita E poco più”.

Fortebraccio New