CHIESA E STATO, CONTE E BERGOGLIO ALLO SBANDO

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scandurra maurizio

ARTICOLO TRATTO DA IMOLAOGGI.IT
La riflessione del giornalista cattolico Maurizio Scandurra sulle politiche di Governo e Vaticano al tempo della pandemia da Covid-19.

Chiesa e Governo vivono la medesima condizione. Sono allo sbando entrambi. La prima incapace di chiamarsi fuori dalle logiche infernali di giochi di potere, scandali finanziari e sessuali che la dilaniano dall’interno. Più intenta a islamizzare l’Italia che a evangelizzare. Ad accogliere a braccia aperte ciurme di sbandati senza senso anziché preoccuparsi – e farsi carico – dei milioni di indigenti che ogni giorno bussano supplici e con le mani (e la pancia) vuote alla porta delle parrocchie.
Il secondo idem, vittima dell’incapacità manifesta e incontrovertibile di un insieme di incompetenti, chiacchieroni, buguardi e inetti che attorniano senza aver nessuno di loro ancora capito come districarsi in questa “psico-info-pandemia”, per dirla con il caro Professor Alessandro Meluzzi, uomo di verità di rara intelligenza e lungimiranza.
A pagare gli errori amarissimi di ambedue è sempre un solo soggetto: il popolo italiano, che si barcamena tra un DPCM alla settimana e sante messe a posti alterni, giusto per dare una mazzata mortale ai numeri di una fede che si vuole a tutti i costi in calo. E poi ancora omosessualità, globalismo, deep state, deep church, immigrazione incontrollata, colonialismo afroislamico e intrighi di palazzo. Tutti temi primari per il Capo di Stato Vaticano Bergoglio e il Premier Giuseppi: che sembrano, di fatto, la stessa, squallida persona.
Divisi tra l’apparenza di chi parrebbe preoccuparsi per il bene dei fedeli e del Paese (chi gli crede più?), ma di fatto parimenti complici della demolizione diabolica del cattolicesimo tradizionale e della distruzione implosiva di un magnifico e (un tempo) munifico Sistema-Paese che irriguardosamente vanifica i sacrifici durissimi degli italiani della guerra e del dopoguerra, dal boom economico a oggi.
Assistiamo impotenti all’imporsi di una smaniosa e contagiosa bramosia transgender, di una imperante ideologia green pronta a riscrivere le norme dell’economia degli Stati (ma chi cazzo è Greta Thunberg?), di un disegno generalizzato il cui fine è annullare le differenze di territori e campanili in nome di un relativismo sofistico da far invidia ai Greci antichi.
Ed è così che tutto vale il contrario di tutto, che la confusione si sostituisce all’ordine, che l’Europa conta più delle sovranità nazionali, che il garantista della libertà Donald Trump abdica in favore di un Joe Biden espressione dei potenti del Nuovo Ordine Mondiale: Bill Gates in testa, che non vede l’ora di mapparci tutti digitalmente sottopelle e sottopalle (così deciderà lui anche di che sesso saremo, in linea con la folle Legge Zan sull’omotransfobia che spero ardentemente che la Divina Provvidenza fermi in tempo).
Mentre i Mario Giordano vengono ingiustamente censurati, i Vittorio Feltri considerati mediaticamente come opinionisti definiti ‘soggetti a rischio’, invece i Marco Travaglio, gli Andrea Scanzi, gli Alessandro Cecchi Paone imperano senza remore come profeti del nulla (detentori di verità nascoste a cui credono solo loro) in quei pochi minuti di celebrità settimanale all’interno di circoli comunisti formato tv in cui posano con regolare cadenza il loro ‘autorevole’ deretano (Lilli Gruber e La7 in testa).
E con loro i Vincenzo De Luca, i Cateno De Luca e via dicendo: un teatrino schizofrenico di marionette impazzite formato Facebook da cui, purtroppo, dipendono i destini di milioni di italiani. Puri comici travestiti da politici che infestano display dei telefonini, social network e piccolo schermo.
Lo sterco del demonio si arricchisce così di nuovi e preziosi elementi che confermano una triste ma sacrosanta realtà: L’Italia è nella merda. Ora più che mai. Parafrasando Lina Wertmüller e l’indimenticabile Paolo ‘Fantozzi’ Villaggio Io, speriamo che me la cavo. Si salvi chi può.