Chiudiamo i porti alla guerra! Rifondazione con i portuali di Genova

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Oggi è attraccata al porto di Genova la nave Yambu Bahri.
Questa e altre navi dell’armatore saudita Bahri si occupano anche di trasportare materiale bellico destinato ad alimentare le devastanti guerre in Medio Oriente.
Ad accoglierle il presidio del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali a cui abbiamo aderito come Rifondazione Comunista e col Partito della Sinistra Europea stiamo lavorando per l’estensione della campagna a tutti i porti europei.
Nei mesi scorsi lo stesso Papa Francesco ha citato come esemplare il blocco effettuato dai portuali genovesi.
Questo governo – come i precedenti- ci coinvolge nel proseguimento di una dissennata belligeranza che dura da oramai trent’anni e che vede il nostro Paese impegnato direttamente nei conflitti o utilizzato come rampa di lancio e deposito nucleare dagli Stati Uniti e dalla NATO.

Leonardo e Fincantieri, entrambe controllate dal governo, fanno affari d’oro rifornendo di armamenti hi-tech governi di Paesi impegnati in criminali aggressioni militari come la Turchia, l’Arabia Saudita e gli stessi Stati Uniti;

Dai lavoratori portuali di Genova e di mezza Europa ci arriva invece un esempio di dignità, coraggio e determinazione.

Invitiamo le organizzazioni sindacali a sostenere concretamente la lotta con lo sciopero.
Non vogliamo essere complici di un sistema economico che fa profitti sulla guerra e lo sterminio.
I portuali di Genova stanno tenendo vivo il ripudio della guerra contenuto nell’articolo 11 della Costituzione antifascista e le migliori tradizioni internazionaliste del movimento operaio italiano.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Gregorio Piccin, responsabile pace
Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Paolo Ferrero, vicepresidente Partito della Sinistra Europea