Ci auguriamo di sbagliare, ma rischiamo di ritrovarci un “Mogherino” a Bruxelles

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Tra qualche mese finirà l’era di Federica Mogherini come Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue e, ovviamente, come vice presidente della Commissione europea. Al suo posto, audizioni al Parlamento europeo permettendo, dovrebbe andare lo spagnolo Josep Borrell, attuale ministro degli esteri nel Governo Sanchez.

Premessa: non sappiamo come sarà il mandato di Borrell: ergo, non tiriamo conclusioni prima di vedere i fatti. Detto questo, esprimiamo una certa preoccupazione per alcune posizioni espresse da Borrell qualche mese addietro, per quanto concerne l’Iran.

Nel febbraio del 2019, infatti, in occasione dell’anniversario della Rivoluzione khomeinista in Iran, Borrell ha pubblicato ben sette tweet sul suo account ufficiale, per rimarcare come – dal 1979 ad oggi – la Repubblica Islamica abbia prodotto un aumento dell’alfabetizzazione nel Paese e un aumento della forza lavoro femminile, definendo l’Iran una ossessione degli Stati Uniti e augurandosi indirettamente che Trump non venga rieletto, affinché il regime iraniano sopravviva alle sanzioni americane.

I tweet di Borrell provocarono un’ondata di indignazione sui social: a Borrell venne ricordato che in Iran oggi le donne non hanno praticamente diritti – o comunque ne hanno di estremamente fragili – che quello al potere in Iran è un regime non solo misogino, ma anche razzista e finanziatore del terrorismo internazionale e che a Teheran gli omosessuali, se va bene, finiscono in carcere o direttamente appesi su una gru col cappio al collo. Senza considerare il numero di utenti che hanno postato, sotto i tweet di Borrell, immagini di confronto fra la situazione delle donne iraniane prima del 1979 – gonne corte e capelli al vento – con quella di oggi – vestito lungo, velo obbligatorio dai sette anni e arresti in caso di proteste contro la Sharia.

In altre parole, rischiamo di avere un “Mogherino” a Bruxelles. Ci auguriamo sinceramente che gli ultimi mesi – e le critiche – siano serviti a Borrell per fare una autocritica. Ne dubitiamo, ma la speranza è l’ultima a morire. Nei fatti, speriamo davvero che la probabile neo presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sia capace di mitigare le posizioni di Borrell e di mettere in chiaro quella che dovrebbe essere la sola solida alleanza dell’Ue: quella con gli Stati Uniti d’America.                                                                    fonte http://www.atlanticoquotidiano.it/