Ci tocca stare a casa il 25 aprile

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E’ l’atto di resistenza più forte che possiamo fare contro questo virus maledetto.
Ma questo non significa rinunciare al vizio della memoria.
Non esiste il lockdown dell’antifascismo.
Non dobbiamo mai dimenticare che siamo figli di quella lotta partigiana che oggi ci consente di vivere in un paese democratico.
Non dobbiamo mai dimenticare che la violenza neofascista è sempre dietro l’angolo, si annida nelle pieghe di una società spezzata dalla rabbia e dalla paura.
I fascisti esistono.
Hanno giornali, hanno potere economico, sono persino in parlamento quando non urlano negli stadi.
Offendono il ricordo dei martiri della resistenza imbrattando muri e porte, cantano cori inaccettabili, razzisti e antisemiti, alzano le mani quando è necessario, promuovono leggi discriminatorie.
Non li abbiamo battuti ancora.
Per questo bisogna continuare a manifestare il 25 aprile.
E’ un dovere morale.
Dobbiamo farlo da casa, mostrando dai nostri balconi e dalle nostre finestre i vessilli di una patria che ha resistito all’invasore, cantando bella ciao tutti insieme in una grande piazza virtuale che dovrà essere calda e accogliente come le piazze fisiche che oggi non possiamo frequentare.
Siamo un grande popolo che sta conducendo una battaglia difficile.
Ora e sempre, ora più che mai: Resistenza.