CI VUOLE IL REDDITO D’EMERGENZA, pure al “Nord”

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Mi auguro non si perda altro tempo sul terreno delle misure di sostegno al reddito. Ci vuole il reddito D’EMERGENZA. Ci sono tantissimi cittadini che hanno perso il lavoro, lo perderanno, non si vedranno rinnovati i contratti.

Questa crisi, che sarà ed è devastante, colpirà in maniera indiretta come sempre tutti ma si abbatterà su alcune categorie in particolare (con il lavoro autonomo particolarmente esposto).
Spero che non si faccia l’errore di non vedere che ci sono e ci saranno tantissimi che non si riusciranno a pagare l’affitto o non avranno i mezzi per “arrivare a fine mese”.

Gli strumenti sin qui adottati o annunciati dal governo (da quelli relativi alla cassa integrazione ai buoni spesa, tema su cui può ironizzare giusto chi non viene mai toccato dal problema e manco riesce a immaginarselo) sono utili e appropriati ma è chiaro che stiamo parlando di soluzioni parziali (come affermato dal governo stesso).

A differenza del 2011-2012 (quando si avvertì la crisi del 2008-2009 nell’economia reale) il colpo lo accuseranno alcuni settori in particolare.
Turismo, cultura, spettacolo, ristorazione, eventi, assistenza famigliare (tate, badanti, colf) e cosi via.

Le istituzioni, a qualsiasi livello, devono occuparsi di questo sapendo che non si potrà immaginare a breve una magica e consolatoria “ripresa”: siamo infatti solo all’inizio.

In questo quadro la partita che si gioca in Europa (durissima e non scontata rispetto agli esiti) diventa, poi, ovviamente cruciale.