Cioè, fateci capire?

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I nostri vertici politici e amministrativi , fra un bollettino di guerra e l’altro a rete unificate (e occupate militarmente), si sfanculano fra di loro (“Le responsabilità sono delle strutture sanitarie regionali”, “Tu invece di andare dalla D’Urso pensa a fare qualcosa di serio”), ci sono città presidiate dall’Esercito, gli istituti scolastici e i locali pubblici sono chiusi a macchia di leopardo (non si sa più fino a quando), i supermercati sono vuoti e assediati come i forni ai tempi dei Promessi Sposi, la Borsa crolla, vengono rinviati – cancellati? – eventi e fiere, i viaggiatori italiani sono respinti ormai in tutto il mondo, ci sono comparti – come quello agroalimentare: e non solo – che potrebbero pagare prezzi irreversibili, il turismo – e cioè la prima industria nazionale – è a rischio-devastazione e a noi cittadini si chiede di “collaborare e di “non allarmarci”??
Sapevamo di vivere in un Paese per matti, ma siamo sicuri che questa volta non si sia battuto ogni record? Che la vera “peste” non sia TUTTO quello che sta accadendo? Il problema non è il virus: è ciò che siamo riusciti ad inventargli attorno!