Coldiretti, Covid: dalla coltivazione del tabacco 50mila posti di lavoro

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La coltivazione del tabacco consente di tutelare circa cinquantamila posti di lavoro lungo la filiera in un momento di difficoltà economica ed occupazionale determinata dall’emergenza Covid. E’ quanto afferma il vicepresidente della Coldiretti Gennaro Masiello nel sottolineare l’importanza della firma dell’intesa tra Philip Morris Italia e Ministero delle Politiche agricole per garantire per 5 anni l’acquisto di tabacco italiano.

Il sistema tabacchicolo – sottolinea la Coldiretti – sta vivendo infatti difficoltà determinate dalle limitazioni dovuti ai contagi da Covid-19 con la minor disponibilità di manodopera e l’incremento dei costi di produzione e organizzativi cui spesso il mercato non garantisce un’adeguata remunerazione. In questi ultimi mesi – continua la Coldiretti – sono cresciuti i costi di produzione e le avversità metereologiche si sono tradotte in un’ulteriore perdita sul fronte delle produzioni.

Un pericolo per un settore in cui dal 2000 ad oggi la produzione nazionale di foglie di tabacco – spiega Coldiretti – si è ridotta del 59%, con la scomparsa di quasi 71 milioni di chili di prodotto. Un vero e proprio tsunami al quale è sopravvissuta appena un’azienda su dieci, secondo uno studio di Ont – Organizzazione Nazionale Tabacco Italia. Il trend – denuncia la Coldiretti – mette a rischio il primato europeo dell’Italia, primo produttore della Ue con 14.000 ettari e con esso una storica eccellenza del Made in Italy che in molte aree contribuisce in maniera importante all’economia e all’occupazione.

Di fronte alla incertezza generata dall’emergenza Covid sul piano economico ed occupazionale e importante – conclude Masiello – è quindi importante investire sull’agricoltura nazionale realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo” e sostenibile”.