Coldiretti Marche, i chicchi marchigiani alla Giornata nazionale del Grano italiano

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Agricoltori custodi, olio e agrichef protagonisti al Villaggio contadino

Dal grano al pane il prezzo aumenta di quindici volte per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della Giornata nazionale del Grano italiano. Un assaggio anche di Marche tra grani antichi salvati dall’estinzione per la seconda giornata del grande Villaggio di Campagna Amica che vede gli agricoltori marchigiani protagonisti al Castello Sforzesco di Milano. La nostra regione, la terza d’Italia per produzione di grano duro, non poteva mancare alla rievocazione storica con la raccolta dei covoni nell’aia dove sono stati trebbiati per separare i chicchi dalle spighe con le ingegnose tecnologie del passato, per far conoscere la centralità della coltivazione del grano per l’Italia ed i rischi di una sua scomparsa per il lavoro e per l’economia. “Oggi – sottolinea la Coldiretti – un chilo di grano tenero è venduto a circa 21 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro quindi di quindici volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito”. Per Maria Letizia Gardoni, “tuttavia migliorare la redditività delle imprese è possibile e lo stiamo dimostrando grazie ai contratti di filiera attraverso i quali industria e agricoltura fissano rapporti virtuosi basati sull’etica, sulla sostenibilità economica e ambientale. garantire un giusto compenso agli agricoltori senza pesare sui cittadini, valorizzando i primati del Made in Italy e garantendo la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”. Grano duro ma anche grani particolari, semi antichi che rischiavano di andare perduti come come il Farro monococco, esposto dall’urbinate Giuditta Mercurio. Ma il Villaggio milanese ha dato possibilità anche a tanti giovani di ragionare insieme sull’agricoltura del futuro. I marchigiani di Giovani Impresa hanno dibattuto con coetanei di tutta Italia su come poter coniugare traduzione e innovazione in agricoltura. Protagonista ieri anche Cinzia Anibaldi, produttrice di San Severino, che ha fatto testare il suo olio extravergine di oliva 100% Orbetana, cultivar autoctona compresa nel disciplinare del Marche Igp. Domani invece sarà la volta dell’agrichef di Santa Maria Nuova, Giovanni Togni, alle prese con uno show cooking durante il quale insegnerà ai presenti a cucinare la cicerchia, in particolare quella coltivata da Francesco Fortuni a Montemonaco.