Colesterolo Ldl: nuovi limiti per prevenire le malattie cardiovascolari

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Red blood cells macro seen through magnifying glass over red eritrosit background. Concept of blood cells count, medicine and healthcare. 3d rendering mock up

Sempre più giù: per chi è già malato, ma (seppur con meno urgenza) anche per chi intende preservare la salute del cuore e dei vasi sanguigni. Portare verso il basso i livelli di colesterolo Ldl è la strategia maggiormente efficace da attuare per ridurre l’impatto delle malattie cardiovascolari. Oltre a evitare il fumo di sigaretta, infatti, l’evento che dà il la al processo di aterosclerosi è rappresentato dall’accumulo del colesterolo «cattivo» nei vasi sanguigni. Un meccanismo reversibile grazie ai farmaci, ma soprattutto evitabile con una dieta sana e uno stile di vita attivo. Aspetti cruciali per ridurre il peso sociale di malattie che possono avere un decorso anche fatale. Su tutte, l’infarto del miocardio.
QUANDO E COME CONTROLLARE
I VALORI DI COLESTEROLO?

LDL SEMPRE PIU’ IN BASSO

Leggendo le indicazioni riportate nelle nuove linee guida europee per la gestione delle dislipidemie, si ha la conferma che il colesterolo è uno dei grandi «nemici» del cuore. Più che il valore totale, è la quota di colesterolo Ldl a richiedere una valutazione più approfondita. Depositandosi all’interno delle arterie, questo favorisce la comparsa di lesioni che possono ostruire il flusso del sangue. Secondo i dati riportati sulla rivista The Lancet Public Health, relativi a un’indagine sulle performance sanitarie nazionali, nel 2017 in Italia sarebbero stati 47mila i decessi per cause cardiovascolari attribuibili alla valori di colesterolo Ldl troppo elevati. Un dato che porta i cardiologi a essere sempre più vicini alla posizione dei colleghi statunitensi. Di colesterolo «cattivo», meno ve ne è in circolo, meglio è. «Non esiste un limite inferiore noto per essere pericoloso», afferma Pasquale Perrone Filardi, direttore del reparto di cardiologia del policlinico universitario Federico II di Napoli. Un’affermazione che giustifica un impegno diffuso a tutta la popolazione per tenere sotto controllo la frazione più pericolosa del colesterolo, tra le maggiori cause di insorgenza degli infarti e degli ictus.

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PREVENZIONE PRIMARIA: DIETA ED ESERCIZIO FISICO

Quando si parla di ridurre i livelli di colesterolo Ldl, ben chiara deve essere la distinzione tra le persone sane (chiamate a fare prevenzione primaria) e chi invece è già stato colpito da un evento cardiovascolare (prevenzione secondaria). Nel primo caso, l’indicazione riportata nel documento europeo è quella di mantenere l’Ldl sotto i 116 e i 100 (mg/dl). I valori cambiano in base al rischio cardiovascolare individuale, che può essere definito (dagli specialisti) tenendo conto dell’età di un paziente, dell’abitudine al fumo di sigaretta, dei valori di pressione sanguigna, della colesterolemia totale e di un’eventuale diagnosi di diabete. Per stare nei limiti, se si è sani, non servono farmaci. «L’arma più potente per una prevenzione primaria cardiovascolare è rappresentata dall’adozione di uno stile di vita attivo – aggiunge Perrone Filardi -. In linea generale, ci muoviamo meno rispetto a quanto dovrebbero fare. Ma nonostante ciò, in Italia la mortalità cardiovascolare è calata del 53 per cento dal 1990 a oggi». L’esercizio fisico regolare – almeno 150 minuti a settimana: camminate veloci, passeggiate in bicicletta, acquagym, danza, tennis in doppio e giardinaggio – migliora la capacità del cuore di pompare il sangue, aiuta a controllare il peso corporeo e può far calare i livelli del colesterolo e della pressione sanguigna. Idem dicasi per la dieta. Sostituendo il burro e la carne rossa con l’olio extravergine di oliva, il pesce ed eventualmente le carni bianche, si può ridurre il colesterolo «cattivo» (Ldl) e mantenere intatto quello «buono» (Hdl). Per il resto, via libera a cereali integrali, frutta, verdura e legumi.                                                               fonte  https://www.fondazioneveronesi.it