Come ballano e tagliano Lufthansa, Air France, EasyJet e Ryanair

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La pandemia ci sta lasciando tantissime situazioni disastrose oltre che dolorose per la perdita di migliaia di persone.

Il mercato del trasporto aereo ha già subito un impatto negativo fortissimo, come del resto tanti altri settori.
Chi ha volato durante il lockdown lo ha fatto esclusivamente per espletare un servizio pubblico.

Oggi alcuni ragionano con i numeri del 2019 facendo riferimento ad “un mercato” che ahime’ non c’è… possiamo dire che attualmente, di questo mercato, e’ rimasto il potenziale, questo si. Ma di potenziale parliamo.

Ogni giorno leggo purtroppo di vettori di bandiera sia privati o a partecipazione pubblica ma anche di low cost che contraggono la loro capacità, riducendo le dimensioni, perché il “mercato” manca all’appello.

Tutti gli enti preposti si esprimono con le più ottimali previsioni parlando di ripresa del 40% del trasportato pre Covid nel 2022, e dell’80% nel 2023.

Ovviamente tutti ci auguriamo che queste previsioni vengano smentite ed anche al più presto, da una realtà differente. Premesso ciò bisogna comunque saper gestire la realtà, l’oggi, per programmare il futuro e, nel caso del nostro vettore nazionale, per non sprecare ancora una volta l’occasione di cogliere le opportunità che il mercato garantira’ alla vera ripresa.

I modelli da seguire quindi non potranno essere quelli pre Covid; se il viaggiatore business verrà meno va da sé che bisognerà puntare ad altro.

Se il turista verrà meno ancora per un po’, bisognerà, nel frattempo puntare a formule più “attraenti”; se il viaggio per lavoro diminuirà bisognerà efficientare, prevedere una flotta adeguata alle nuove esigenze di mercato programmando, però da subito, l’entrata di “nuove” macchine. Iniziare ad ordinare finalmente flotta nuova ed omogenea.

Comprendo che in Italia alcuni sindacati siano stati abituati a pensare di poter fare i piani aziendali, ma se continuano a pensarlo anche oggi, questo potrebbe determinare scelte che di fatto guarderanno solo nell’immediato e spesso alla propria fetta di rappresenza (che non vuole per forza dire “rappresentati”), e non staranno guardando al futuro dei dipendenti…o peggio staranno guardando ad un uso sbagliato dei soldi pubblici.

Giulia Lupo