Come la ferocia degli sgomberi sta calpestando i diritti umani

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“La generosità come giustizia” è il potente sottotitolo del libro di Martha Nussbaum che ha un altrettanto potente titolo “Rabbia e perdono”. Questo volume ci offre un ponte straordinario per riassumere lo stato d’animo che si è manifestato davanti a quella eloquente fotografia del bambino di Primavalle che, mentre sfrattavano i genitori, gli amici, i parenti dai luoghi di vita familiare, si preoccupava di salvaguardare la sua pila di libri. Sotto quei libri pare ci fosse la pagella di Rayane – questo il nome dell’undicenne-, pagella che tra le macerie urbane in cui è cresciuto costituisce per lui un bene prezioso di cui andare orgogliosi e da proteggere. I minori sì, hanno tanto bisogno di protezione, di avere degli ambienti adeguati in cui sviluppare la loro personalità, hanno bisogno di attenzioni, hanno bisogno di cure, hanno bisogno di beni materiali, hanno bisogno di vedere cose belle; ma quando è necessario ci ricordano che hanno anche bisogno di poco per essere felici. Nell’infinita desolazione di uno scenario di ottuso accanimento contro esseri umani disumanizzati perché umiliati e privati delle case, l’orgoglio di Rayane ci sbatte in faccia una prima ed ineludibile responsabilità nel dover essere parte della sua crescita e formazione. Una responsabilità che le istituzioni nazionali non vogliono assumersi, capaci solo di trasformare l’attività amministrativa, in nome di qualche legge mal interpretata, in bieche violazioni di diritti umani che sicuramente vìolano la Costituzione. La Nussbaum invece ci insegna che la generosità è un fattore determinante per concepire la giustizia; la politica della Rabbia e della Paura oggi ha invece alterato in maniera inaccettabile il nostro modo di stare insieme nella nostra società.

Nasce da questa consapevolezza che non possiamo vivere sereni se i bambini della porta accanto, del quartiere accanto, della famiglia accanto e anche non troppo accanto, non possono esercitare appieno i loro diritti di cittadinanza e andare a scuola ogni mattina. Dobbiamo assumere come prioritario il compito di donare una parte di quello che possediamo, per dire a Rayane e ai suoi compagni di gioco, di vita, di risate e di crescita che non saranno penalizzati dalla loro sfortunata condizione di partenza, e che potranno recuperare lo svantaggio con lo studio e con i libri che potranno mettere dentro la cartella di scuola e in quella dei sogni.

Trae fondamento da questa certezza la campagna “facciamo la cartella” promossa da Alessandra Laterza titolare della libreria coraggiosa “Le Torri”, in uno dei quartieri più difficili di Roma che è Tor Bella Monaca e da chi scrive, Andrea Catizone, presidente dell’Associazione Family Smile che studia ed indaga la condizione dei minori e delle giovani generazioni. Lo scopo dell’iniziativa è fornire il materiale scolastico per questi giovani studiosi che sono senza casa e senza risorse facendo una donazione di un libro, presso la libreria che si trova in via Amico Aspertini 410 a Roma, oppure facendo un versamento sul conto corrente IBAN IT02V0103003200000006472483 con la causale Facciamo la cartella. E’ un piccolo gesto generoso che restituisce un principio di giustizia nella vita di queste piccole creature per consentire loro di studiare e di crescere con un senso positivo del prossimo e della società che hanno intorno. Facciamo cartella ha bisogno di te.                                                                                                                                                                  fonte