Comunicazione e riflessioni al tempo del Covid -19

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TORINO – L’approvazione ed il varo del DPCM “Iorestoacasa” dell’11 marzo 2020 (decreto emesso in attuazione delle indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’équipe di medici e tecnici della Protezione Civile Italiana, non dimentichiamolo), non è stato solo un atto politico, ma una necessità che per quanto spiacevole, era l’unica da concretizzare, ritenuta efficace, per combattere questo “corona virus”, un nemico pubblico invisibile, aggressivo e relativamente mortale.
Questo decreto che, col forzato isolamento, ci ha privato della consueta libertà di movimento, ha cambiato totalmente – esteriormente, nel modo di vivere, ed interiormente, nel modo di pensare e rivedere le cose che ci circondano – la vita di moltissimi italiani.
Sono state messe in atto misure precauzionali nei luoghi di lavoro, commercio, uffici e sportelli aperti al pubblico come mai si era visto fino ad oggi.
Sofferenze, difficoltà o disagi – che in alcuni casi si aggiungono a quelli esistenti – stanno mettendo a dura prova la pazienza ed i limiti di sopportazione di tanti.
Solo in momenti come questi si possono capire tante cose. Si può capire quanto vale la libertà propria e del nostro prossimo, così tante volte poco apprezzata, si può comprendere come fosse ingiusto l’atteggiamento di alcuni, solo qualche mese fa, verso cittadini cinesi tacciati, più o meno pesantemente di essere “untori”, mentre ora le parti si sono invertite con l’intera Europa, ed oltre, che taccia noi italiani di esserlo e, ironia del destino, mentre la Germania non esporta i suoi presidi sanitari per noi così importanti, l’unico aiuto disinteressato con uomini e mezzi ci giunge proprio dai nostri amici cinesi.
Il restar soli porta a riflettere più del solito, quando il tempo non c’è mai. Allora si potrebbe anche pensare che Gaia, la nostra amata Terra, così offesa, depauperata dalle sue viscere dei suoi averi, avvelenata nelle sue acque, nella sua aria intossicata al punto di farle venire una insopportabile febbre, si sia ribellata in un estremo gesto di autodifesa creando l’invisibile nemico. Ma sarebbe pura fantasia razionalmente riconoscerlo.
Certo è che dopo questa esperienza, per coloro che sapranno trarne benefici la vita non sarà più la stessa, avendoci insegnato e riproposto i concetti di solidarietà, amicizia, riflessione, rispetto del nostro prossimo. Forse anche la politica – ma non ci facciamo illusioni – non sarà più “cattiva”, di fazione, di corrente, dentro e fuori la maggioranza, con gente che pensa solo al proprio piccolo o medio orticello da coltivare a discapito dell’intero Paese. Anche in questi tristi momenti!
C’è ancora qualcuno (oltre 7000 i denunciati per palesi, pericolose ed inutili trasgressioni alla norma di non circolare senza fondato motivo, sabato 14 marzo) che non ha capito la ratio che ha mosso questi provvedimenti: milanesi e torinesi che vanno in montagna, nelle seconde case al mare o al sud (“Non si affitta ai settentrionali”: autentico cartello fotografato, antitetico ricordo di quando nei fine anni ’60 giungemmo noi, meridionali, a Torino…..chi l’avrebbe mai detto!), in fuga; come se quelle destinazioni fossero immuni dal virus e non pensando che forse sono loro che potrebbero lì esportarlo quel veleno. Giovani che si sentono forti ed immuni e sfidano le leggi – e questo è solo a loro rischio – ma mettendo in pericolo l’intera famiglia: genitori, fratelli e sorelle, nonni e minori in particolare, – e questo è cattiveria ed egoismo autolesivo.
Pure, tra tanto pessimismo e tanto disastro – quello economico lo valuteremo poi: ora è il momento di scegliere tra il vivere o il rischio di morire – esiste la speranza non infondata di vedere la luce in fondo al tunnel; speranza che ci viene dalla fede, dal tanto volontariato e dalla solidarietà, con moltissimi uomini e donne (dipendenti di ospedali, protezione civile, forze dell’ordine, volontari, …) che si stanno impegnando oltre il pur loro dovere in turni di lavoro al limite delle possibilità, che qui meritano essere ricordati e ringraziati.
Anche l’informazione – nel suo piccolo “Notizie” continua l’impegno a fianco di tutti con solidarietà e vicinanza – può fare la sua parte, ma senza esagerare. Certo che è giusto ricordare le normative e le direttive dei nostri governanti; ma è proprio necessario farlo con la frequenza attuale, interrompendo continuamente i programmi televisivi, magari quando ci si è appena rilassati guardando qualcosa di interessante?
Ora però “riflettiamo” e “comunichiamo” in positivo. Pensiamo ai tanti artisti, sportivi, comici, luoghi di cultura, ecc – a cui va un pubblico plauso! – che hanno prestato la loro immagine e le loro competenze, con flashmob televisivi ed in rete, sonori e di spettacoli, per rendere questi giorni meno tristi e portatori di un po’ di spensieratezza e di speranza.
Torino, in particolare – ma sono tante le città in Italia che hanno adottato questo metodo – si è attivata con canti e suoni, annunci e stendardi, espressi dal balconi e dalle finestre verso le strade vuote e verso i propri dirimpettai per ricordare di rimanere forti e ancora in grado di risollevarci. Così ci si sente meno soli.
Ma a ricordare anche che gli italiani hanno superato due guerre mondiali, alluvioni, terremoti frane, disastri e tanti altri mali, e che in loro c’è, ci deve essere, abbastanza forza per superare anche questo.
Ricordando infine che il “restare a casa”, il “limitare i contatti e gli spostamenti” e il “detergersi e disinfettare le mani” sono parimenti importanti, anzi lo sono forse di più, di quello che stanno facendo i medici e l’altro personale negli ospedali, perché da una parte rendiamo quel lavoro più umano, non intasando i Pronto Soccorso, dall’altra facciamo sì del bene ai nostri cari e al nostro prossimo, ma soprattutto tuteliamo noi stessi!
Questi i freddi numeri a sabato 14 marzo 2020: in Italia: contagiati dal virus, 17.750; morti, 1441, guariti, 1996; nel mondo: contagiati 150.000; morti: oltre 5.600. In Piemonte: contagiati, circa 900, morti 66. (fonti: Protezione Civile, Rai news, Sky). Chi pensa di essere contaminato, non deve recarsi in ospedale né dal medico curante ma, in Piemonte, telefonare al numero verde: 800.19.20.20, attivo 24 ore su 24. Il 112 rimane il numero di riferimento per le altre emergenze sanitarie o altri tipi di emergenze. Limitatamente alla città di Torino, chi non può muoversi da casa, si sente solo o ha bisogno di assistenza, può chiamare il numero verde: 800.444.004, attivo dalle 10 alle 17. Per informazioni generiche di carattere sanitario sul coronavirus e sui comportamenti di prevenzione telefonare al numero 1500, numero verde del Ministero della Salute. Per chiarimenti si può anche inviare una mail a: 800333444@regione.piemonte.it.
Cantiamo pure “Azzurro” ed “applaudiamoci e suoniamoci” dai balconi e dalle finestre: è bello e fa bene al cuore, cantiamo anche “All’alba vincerò”, che fa meglio alla ragione e scriviamo dappertutto “Ce la faremo”, “Andrà tutto bene”, per il momento, dopo sarà più bello riabbracciarci ancora.

La foto delle Frecce Tricolori appartiene all’archivio personale

Loredana, Stefano e Franco

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