Comunista è chi comunismo fa

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Affinché i 100 anni non siano ridotti a memoria, alla celebrazione della storia, alla consultazione di un archivio.
Se nel ventunesimo secolo non sono bastate le guerre, le diverse forme di schiavitù, l’emergenza climatica, speriamo che almeno la pandemia ci abbia insegnato che questo modello di società va cambiato radicalmente.
Per la costruzione attiva di una società diversa. Per lottare per una società equa e giusta non solo per alcuni, ma attenta ai bisogni di tutte e tutti.
Non ha senso dire che il comunismo non esiste più, quando ci sono forze organizzate che portano avanti quelle proposte politiche rivolte al bene comune.
Così come non ha senso definirsi comunisti se parli di Marx, se sai tutto sulla scissione, su Lenin, Togliatti, Gramsci, Berlinguer, se parli di lotta al capitalismo, ti riconosci nel simbolo dei lavoratori uniti sotto la falce e il martello, ma allo stesso tempo pensi che la lotta per i diritti civili sia una lotta secondaria; non ha senso definirsi comunisti se non agisci per rimuovere quegli ostacoli che fanno sì che una fetta della società, la più sfruttata, non riesca nemmeno a entrare a far parte di quelle lavoratrici e di quei lavoratori che difendi.
È sempre un buon momento per andare a Livorno, ma oggi a 100 anni dalla nascita del Partito Comunista d’Italia, lo è ancora di più.
Ci vediamo a Livorno

Antonella Bundu