Con la scusa della pandemia, stanno schizzando i prezzi di benzina e diesel

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Con l’ipotesi di una graduale ripartenza dell’economia scattano anche i rincari per le famiglie. A muoversi per primi sono i prezzi dei carburanti: da inizio anno sono saliti di quasi il 7% e minacciano di trascinare all’insù una lunga serie di altri beni e servizi.

«Il rischio concreto è che l’andamento al rialzo dei prezzi di benzina e gasolio produrrà nelle prossime settimane aumenti generalizzati per ortofrutta e alimentari, beni che, come noto, viaggiano su gomma, e avrà ricadute negative su tutto il comparto dell’energia, con inevitabili aggravi di spesa per i consumatori» è l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal presidente del Codacons Carlo Rienzi.

Sul finire della scorsa settimana il prezzo della benzina si muoveva in media in area 1,537 euro al litro mentre quello del diesel viaggiava in area 1,408 euro (dati Quotidiano Energia). Si tratta di un livello che è più alto rispettivamente del 6,6% e del 6,7% rispetto a inizio anno.

Tradotto nella pratica, significa quasi 5 euro di rincaro per ogni pieno (da 50 litri) che, secondo i calcoli dell’Unione consumatori fanno un esborso di 114 euro in più l’anno per la benzina e di 107 euro in più per il diesel.

Va anche peggio se invece di misurare l’andamento da gennaio, si guarda a quello che è successo a partire dai minimi dei valori dei carburanti toccati a maggio dell’anno scorso. Era il periodo immediatamente successivo alla inattesa fase di crolli dei futures sul greggio che erano arrivati a toccare minimi record addirittura sotto zero. Il valore del barile, invece, era sceso poco sotto i 17 dollari. Adesso invece quota in area 69 dollari, una corsa impressionante di quasi il 400%.

I rialzi dell’oro nero potrebbero però non essere finiti. Una spinta ai rincari arriverà dalla ripartenza graduale delle economie di tutto il mondo dopo i blocchi causati dalla pandemia. La domanda aumenterà e in questo contesto, a sorpresa, durante il meeting della settimana scorsa dell’Opec+ è stato raggiunto un accordo per non aumentare l’offerta di barili ad aprile in attesa di una ripresa di una domanda più sostenuta.

La decisione ha subito provocato una fiammata delle quotazioni del barile. Gli analisti hanno rivisto le proprie stime di prezzo: Goldman Sachs ha alzato la propria previsione sul Brent a 75 dollari nel secondo trimestre e a 80 dollari nel terzo trimestre. Ubs ha aumentato le stime sul Brent a 75 dollari e sul greggio Usa a 72 dollari nella seconda metà del 2021. Si tratta di indicazioni che lasciano intravedere rincari anche sul fronte delle tariffe dell’energia di luce e gas.

Intanto le associazioni di consumatori sono già schierate sul piede di guerra. Per l’Unione nazionale, «i rincari inarrestabili che durano ininterrottamente dalla rilevazione di metà novembre sono vergognosi e inaccettabili – dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori -. In una sola settimana un pieno da 50 litri costa quasi 1 euro in più: 90 cent per la benzina e 87 cent per il gasolio». La serie di aumenti potrebbe essere solo all’inizio.