Concedetemi due riflessioni

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Siamo a 3 milioni di casi totali in Italia e più di 100 mila decessi da inizio pandemia. Oggi si sa che la soluzione è data dai vaccini: altri Paesi lo stanno dimostrando, con la vaccinazione scendono i casi e la mortalità.
Da un anno l’Europa e l’Italia sono immerse in un incubo, e il lockdown si è dimostrata l’unica vera arma di difesa. Ma ora i vaccini ci sono, adesso sappiamo cosa dobbiamo fare, è un fatto inequivocabile.
Vista la minaccia, l’Unione Europea si è data giustamente una linea comune di approvvigionamento dei vaccini facendo sì che le singole nazioni non corressero in ordine sparso. È stata una scelta saggia, al netto delle difficoltà contrattuali iniziali, perché così non si depotenzia l’azione comune.
Alla luce di ciò, anche l’Italia al suo interno si deve dotare di una linea unitaria, non dobbiamo andare in ordine sparso. Mi sento di ringraziare l’Emilia-Romagna per l’azione virtuosa e dinamica, così come il territorio di Parma che sta rispondendo bene alla campagna vaccini. Stiamo ingranando e di questo sono contento, tuttavia vedo molte regioni applicare propri criteri di selezione dei vaccinati: chi per categorie, chi per attività, chi per età.
Lo avevo scritto qualche giorno fa, vedo che il presidente Draghi è sulla stessa lunghezza d’onda: il modo di procedere deve essere univoco e chiaro, organizzato e preciso. Sia lo Stato il regista e il coordinatore dell’attività, serve una mente unica in quella che è, credo, la più vasta opera di vaccinazione della nostra storia e della storia d’Europa.
Possiamo vincere il covid e dobbiamo lavorare per questo, ma facciamolo con senso di unità e di organizzazione.