Confagricoltura Lombardia esprime preoccupazione sulla nuova Pac

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Per il presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli, con la nuova Pac “manca una strategia complessiva sul settore” e “c’è grande incertezza per quanto accadrà a partire dal 2021”. Lo ha sottolineato durante una recente un’audizione delle organizzazioni agricole presso la Commissione Agricoltura del Consiglio regionale della Lombardia, con al centro dei lavori il futuro della Politica agricola comune. Boselli, ha evidenziato la preoccupazione dell’organizzazione per l’incertezza relativa al periodo di transizione che caratterizzerà il prossimo anno: non si hanno infatti garanzie per quanto riguarda il finanziamento dei Psr, resteranno in vigore le misure della vecchia Pac e, nello stesso tempo, si dovranno fare i conti con un ridimensionamento delle risorse destinate all’agricoltura che, secondo Boselli, “non è accettabile proprio nel momento in cui viene chiesto all’imprenditore agricolo di essere molto più che un semplice produttore”.

Il presidente ha inoltre sottolineato gli altri punti critici che sono contenuti nella proposta per la nuova Pac presentata dalla precedente Commissione europea ed in fase di discussione: una ridistribuzione delle risorse dei pagamenti diretti (primo pilastro) a favore dei paesi con un importo medio per ettaro inferiore alla media (la cosiddetta “convergenza esterna”), finanziata da tutti i Paesi; una limitazione ai pagamenti diretti a carico delle imprese di maggiore dimensione, con l’introduzione di un tetto massimo (il cosiddetto “capping”); una programmazione degli interventi che dovranno essere inclusi in un piano strategico nazionale.

Il rischio, ha evidenziato, è da un lato quello di “creare disparità di trattamento con altri Paesi e dall’altro che questa programmazione non venga declinata in modo corretto a livello regionale”. Inoltre, resta ancora irrisolto il tema su come verranno distribuiti gli aiuti per ettaro nel nostro paese, ossia la cosiddetta “convergenza interna” che rischia di essere penalizzante per l’agricoltura lombarda.

Infine, nelle previsioni di Bruxelles, a partire dal 2021 gli agricoltori dovrebbero assumere maggiori impegni di natura ambientale e climatica e a favore della biodiversità. “Una sfida che abbiamo accolto favorevolmente già da molto tempo – ha affermato il presidente di Confagricoltura Lombardia – anche perché rientra nel nostro dna di custodi del territorio in cui operiamo: tuttavia il rischio è che, a causa del taglio dei fondi, le imprese non siano messe nelle condizioni di effettuare i necessari investimenti”.