Confindustria: col governo Draghi stop a reddito di cittadinanza e a quota 100

0
62

Carlo Bonomi spiega a La Stampa perché il suo giudizio su Conte è negativo: “sulle riforme del lavoro ha fallito, non si possono fondare sui centri pubblici per l’impiego. E il Recovery Plan era completamente da riscrivere”

“Draghi ha le qualità che da tempo auspicavo in un politico: una persona seria, competente, autorevole ed efficace”. Lo ha detto in un’intervista a La Stampa il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
IL GIUDIZIO SU CONTE

Che ha parole assai meno lusinghiere su chi sta per passare il testimone all’economista romano: “Il nostro giudizio sul governo Conte era negativo. Anche se avevo riconosciuto, ad esempio, il ruolo positivo della struttura tecnica e della competenza del Ministero dell’Economia, di fronte allo spettacolo di caos che stavano dando i partiti, domenica scorsa ho richiamato la necessità di difendere l’importanza del Mef”.
CON DRAGHI SI DEVE PARTIRE DAL CONFRONTO

Di fronte a una “triplice emergenza” come quella che sta vivendo il Paese, il presidente Sergio Mattarella non poteva prendere decisione migliore, sostiene Bonomi. “Il Quirinale ha dato tutto il tempo alla maggioranza per ritessere la sua tela, ma i partiti hanno fallito. L’incarico a Draghi mi è sembrata una scelta saggia”, continua il numero uno di Confindustria, che sul dialogo da aprire col futuro premier è risoluto: “Non chiederemo miliardi, ma confronto. Abbiamo sempre pensato fosse necessario combattere la povertà, ma è sotto gli occhi di tutti che il reddito di cittadinanza, come strumento per favorire la ricerca di un lavoro, ha fallito”.
LE RIFORME: MODIFICARE LE VECCHIE E AVVIARNE DI NUOVE, RADICALI

Per creare vero lavoro servono riforme, prosegue. “Una, radicale, degli ammortizzatori sociali e una di politiche del lavoro efficaci, non solo imperniate sui centri pubblici per l’impiego”. Non sono novità, per Confindustria, che già a luglio aveva presentato al governo la propria proposta, “ma non se n’è fatto nulla”, chiosa Bonomi. Poi, pensando ai sindacati, aggiunge: “Anche loro chiedono una riforma su cassa integrazione e mobilità. Credo che il nuovo governo potrebbe convocarci per una trattativa a tre. Dobbiamo cambiare la filosofia: è difficile immaginare di mantenere il lavoro dov’era e com’era in un mondo che cambia. E contemporaneamente tutelare le persone, formandole, perché abbiano la capacità di modificare la loro professionalità.