CONTE E IL VAFFANCULO SOSPESO

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Con la conferenza stampa di ieri, Giuseppe Conte si è tolto un sassolino dalla scarpa. Credo, o forse mi illudo, che come stanno le cose sul MES, lo abbiano capito anche i blocchetti di tufo, tranne coloro che lo hanno voluto. Evidentemente nel 2012, avevano avallato un documento di cui ignoravano il contenuto e soprattutto le conseguenze (vedi Grecia). Conte in tutte le lingue del mondo ha detto che il MES è un documento superato e soprattutto non idoneo in un momento come questo che stiamo attraversando di profonda crisi sanitaria ed economica. Sarebbe come curare una polmonite con il chinino. Ma loro, gli stronzi in orbace, niente continuano a sparare minchiate supportati da 14 talk show e il 90% dei giornali. Accusano Conte di avere utilizzato in modo autoritario una rete televisiva nazionale, e cosa più grave senza un contraddittorio. Quest’ultima non è male come battuta da sparare a Zelig. Loro, gli stronzi in orbace e i loro sodali, sono anni che organizzano trappole senza contraddittorio contro questo governo e una volta che il presidente del Consiglio glielo fa notare s’incazzano pure. Il loro odio è finalizzato solo al mero recupero della cadrega. E’ proprio in questi momenti che l’opposizione dovrebbe dimostrare collaborazione e responsabilità, tanto da farci dire: “Mi stai sul cazzo, ma almeno ti riconosco l’onestà intellettuale, merce rara per gli amici di Viktor Orban.” E così Giuseppe Conte, con il consueto garbo ed eleganza, uscendo dal bar (conferenza stampa) ha lasciato un vaffanculo sospeso che non ha tardato ad essere consumato da un’opposizione confusa e da uno sconclusionato direttore di un telegiornale che ha ascolti pari al numero delle marce di una Renault 4.                                                                                       di Fernando Felli©