Conte ha incontrato deputati e senatori 5Stelle e Di Maio ha incontrato Letta. Che novità? Molte

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Conte ha annunciato la “rifondazione” del Movimento e Letta -due donne capogruppo, “Schwarzenegger” invocato contro le correnti- vorrebbe far lo stesso col Pd. Conte difende la democrazia digitale, per far contare gli iscritti e non solo gli eletti. E pure su questo Letta gli fa eco. Di là però non si sa quale sarà in futuro la “piattaforma”, perché Conte non ha mai nominato Casaleggio né Rousseau. E Persino sulla democrazia delegata, Conte fa un passo: non vuol più “aprire il Parlamento come una scatola di tonno”, vuole sanare, riformare le istituzioni. Obiettivo che poi sarebbe anche quello del Pd. “Conte Verde”, titolava ieri Travaglio. Letta verde e femminista. Combattere la povertà? E chi non è d’accordo, specie ora che sono 9 milioni i concittadini che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena. Europa io, Europa tu! E Di Maio firma su Repubblica una lettera a quattro mani con Blinken, ministro degli esteri a stelle e strisce. Atlantista, filoamericano, l’ex capo delle Stelle, come i postcomunisti lo diventarono con D’Alema al tempo della guerra dei Balcani. I due promessi sposi contro Meloni e Salvini appaiono sempre più simili.
Se non fosse che, come si dice, il “diavolo fa le pentole ma non i coperchi”. I nostri eroi, per mostrare che l’alleanza è in campo, dovrebbero trovare un qualche accordo per eleggere d’autunno dei sindaci delle principali città. Ma quando si stratta di scalare una carica monocratica, molti al Nazareno sembrano convinti che sia meglio fare da soli, senza troppi Grilli per la testa. Penso a Bonaccini, De Luca, Giani e pure Sala. E i 5Stelle, in questi anni, più cambiavano pelle più si raccontavano di essere perfetti -a Roma la Raggi- e perciò vittime di congiure Pd-berlusconiane e della macchina del falso che sarebbe l’informazione tutta. Sensibilità opposte. Conciliabili?
C’è un’inchiesta giudiziaria di cui vale la pena occuparsi. È quella della procura di Trapani contro Ong che avrebbero favorito l’immigrazione illegale. “Domani” ha letto gli atti (depositati dal nuovo procuratore) e ha scoperto che l’indagine era stata promossa da un paio di guardie giurate, in servizio sulle navi, che erano fans sfegatati di Salvini e Meloni. E che la magistratura abboccò a tal punto da “intercettare” giornalisti e avvocati, senza avere in mano niente che autorizzasse un’indagine su di loro. Intercettazioni abusive: insorgono le organizzazioni dei giornalisti. Grave, ma allarma pure il contesto. Quando il governo italiano -Renzi premier- chiuse Mare Nostrum, operazione di salvataggio in mare messa in campo dopo la strage di Lampedusa dell’ottobre 2013, parecchie Ong, semi sconosciute o notissime come Save the Children, presero a percorrere il Mediterraneo alla ricerca di naufraghi e disperati. Il ministro Minniti provava invece a far prendere la patata bollente alla Libia, guardia costiera per riprendere i fuggitivi e tribù del deserto con le chiavi dei campi di detenzione.
Tutto sommato è così -è da questa furbizia- che è nata la resistibile ascesa di Salvini. Ascesa che ha avuto -dall’inizio ma più chiaramente con la conquista del Viminale- una caratteristica inquietante: ha minacciato e minaccia la separazione dei poteri. Pressioni sui magistratura, uso dell’informazione per seminare paura, il politico invece del poliziotto che suona il campanello dello spacciatore, poliziotti che spupazzano il figlio del ministro. E infine la richiesta dei pieni poteri. È cambiato, ora che si dice europeista’ Non mi pare. Fa finta di andare d’accordo con Draghi mentre espone Speranza all’odio dei complottisti considerano un dispetto le misure anti Covid. Sabota la legge contro l’omofobia -come fa il suo amico Orban- e perora un Europa autoritaria e illiberale, come la Russia di Putin, ma in armi per muover guerra, con gli Usa, contro la Cina.

Corradino Mineo