Conte, il salvifico capo del Movimento

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante l'evento Snam The Hydrogen Challenge 2019 Global ESG Conference presso la Lanterna di Fuksas a Roma, 10 ottobre 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

Si sa ancora molto poco ma echeggiano già le grida di giubilo. Giuseppe Conte starebbe per diventare capo politico del Movimento. Pare lo riformerà. Non si sa in che senso e per far cosa, ma c’è già chi esulta. Evviva, arriva il Salvatore della Patria pentastellata che prenderà saldamente le redini del Movimento e lo condurrà verso la riscossa. Evviva, torna un capo politico che grazie al suo carisma e alle sue qualità eccezionali risolverà d’incanto ogni problema. Un capo indiscusso che ridisegnerà il Movimento a tavolino, gli donerà un nuovo profilo, una nuova rotta, una nuova collocazione e poi la comunicherà al popolo a 5 stelle che già attende fremente la nuova novella. Grazie alla leadership illuminata di Giuseppe Conte il Movimento troverà una nuova identità politica ma anche culturale e recupererà la centralità che merita. Già, e basta con le faide intestine e i dissidenti e i rumorosi mal di pancia, il Movimento ritroverà una granitica compattezza e questo in nome della stima e dell’ammirazione sconfinata verso il suo nuovo capo supremo, ma anche in nome dell’importanza fondamentale della fedeltà e della disciplina e del rispetto delle gerarchie. Ci sono delle persone superiori ai comuni mortali ed è solo affidandosi alla loro leadership sapiente che si raggiungono traguardi straordinari. Ce lo insegna la storia, del resto. Quella del secolo scorso, ma anche quella degli ultimi decenni in cui si sono susseguiti innumerevoli Salvatori della Patria nel nostro paese. Solito schema. Leader massimo, cerchia di fedelissimi, tifosi. Coi risultati che parlano da soli. La democrazia italiana in vetta a tutte le classiche occidentali. Già. Funziona. Eccome. Perché la storia la fanno i leader, non i popoli, non le idee ed i valori. Gli attivisti del Movimento hanno appena votato per una leadership collegiale ma pazienza, quando appare un Salvatore della Patria all’orizzonte tutto il resto diventa un futile dettaglio e ci si affida ciecamente alla sua personale intelligenza. Quella collettiva viene dopo, molto dopo. Per non parlare della partecipazione. Grazie al suo salvifico capo, il popolo a 5 stelle si potrà risedere comodamente sul divano a godersi lo spettacolo. Abbandonandosi con fiducia e correndo a schiacciare bottoni e mettere crocette giusto quando serve. E guai a chi osa stonare nel coro degli osanna e ledere sua maestà. Basta col solito pollaio. Non c’è tempo da perdere. Ci sono milioni di voti da recuperare. Il Movimento ha perso il venti percento in tre anni di governo. Roba da Guinness dei Primati. Manco si fosse messo a rubare o intrallazzare col malaffare e con l’ammucchiata Draghi si è spaccato perfino lo zoccolo duro. Nel paese come in parlamento. Volano gli stracci ma nessun problema, ci penserà il nuovo salvifico capo politico a cicatrizzare le ferite e riconquistare le frotte di delusi che il Movimento ha perso per strada. Grazie a lui milioni di cittadini cambieranno di colpo opinione sul Movimento e sul suo operato, rivaluteranno i suoi dirigenti, accetteranno di buon grado tutte le vecchie e nuove alleanze, compreso il bis con Renzi per non parlare della fresca collaborazione con Silvio Berlusconi. Ma che sarà mai. Acqua passata. Spallucce. Viviamo del resto tempi di grande volatilità politica. Cambiano le idee, cambiano le identità. Bisogna evolversi, bisogna crescere. Parola d’ordine transizione. Pare il Movimento punti ad andare su Marte e chissenefrega con chi ci va e come. Quello che conta è arrivarci e grazie al salvifico capo politico Giuseppe Conte la vittoria è certa. Ma si sa ancora troppo poco. Per ora echeggiano solo le grida di giubilo.

Tommaso Merlo