CONTI PUBBLICI: O. NAPOLI, PERCHÉ TANTO DISINTERESSE DAL GOVERNO?

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Uno degli slogan cari a questo governo dice “prima gli italiani”. Credo che in molti comincino a chiedersi che cosa esso significa. Per esempio, quando Bankitalia comunica che il debito pubblico è salito ad aprile a 2.373,3 miliardi, aumentando di oltre 14 miliardi di cui 13,9 a carico delle Amministrazioni centrali e solo 0,9 miliardi a carico degli Enti locali, il ministro dell’Economia Giovanni Tria che idea si è fatta, e con lui la maggioranza, di questa corsa contro il muro? E come possono venire “prima gli italiani” se si continua a caricare sulle loro spalle un peso intollerabile che minaccia questa e le prossime generazioni?
​ ​ ​ Stupisce l’assenza di spiegazioni e di riflessioni da parte del governo. Qualcuno nell’esecutivo crede davvero che un debito simile sia più gestibile con l’Italia fuori dall’Unione europea e dall’euro? Di tanto in tanto riaffiora il richiamo al grande risparmio privato, stimato in circa 3,8 volte superiore al debito. Un richiamo inquietante, da togliere il sonno a milioni di italiani che hanno sudato e sgobbato una vita per costruirsi un cuscinetto contro le avversità. Il governo ha il dovere di dire una parola chiara proprio a quegli italiani che si dice di voler tutelare meglio e prima di altri. Qui non è più in gioco il nostro rapporto con la Commissione europea. In gioco c’è la credibilità del Paese, gravemente compromessa, e la fiducia dei mercati senza la quale quel debito è destinato ad aumentare gettando pesanti ombre sul nostro futuro.