Convivere col Covid per liberarsene quanto prima, l’esperienza di tre Sindaci

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Essere disponibili ad occuparsi della Pubblica Amministrazione, va ribadito all’infinito, e andrebbe insegnato nelle Scuole, è un’attitudine onorabile, qualunque sia il livello ed il ruolo. L’attuale drammatica pandemia generata dal Covid-19 sta mettendo, purtroppo in un contesto negativo, alla prova in particolare i Sindaci, sul ruolo di premura sul bene collettivo più prezioso, la Salute della gente, rispettivamente della loro gente di cui ogni Sindaco ha il dovere istituzionale di occuparsi; consolidando così il senso unitario che la nostra Carta Costituzionale affida ai Primi Cittadini. Questa situazione del Covid ha tolto il sonno a tanti Sindaci, distraendoli inevitabilmente dalle altre incombenze amministrative. Per poter divulgare ai lettori un’informazione fedele sulla situazione nei vari Comuni di questa Provincia, ne ho sentiti tre di diverse aree, per scrivere questo pezzo; è la Provincia più estesa, territorialmente, una Provincia che soffre tanto a causa del Covid e anche a causa di tante crisi ambientali; ma è anche una Provincia di gente tenace, che ha nella Cultura del Lavoro e della Solidarietà i suoi valori primari. Bagnolo Mella 12 mila abitanti, Gavardo 12 mila abitanti, e Bagolino 4 mila abitanti; intervistando contemporaneamente i Sindaci di queste tre grandi comunità, di territori molto diversi, rispettivamente in pianura bresciana, in Valle Sabbia, e in montagna ai limiti della provincia nonché della Regione, si ha un’idea complessiva di come questa Provincia stia vivendo l’attualità. Ho rivolto a tutti tre le stesse domande.

1. Il Suo Comune in che percentuale è stato colpito dalla seconda ondata? Cristina Almici, Sindaco di Bagnolo Mella: i numeri di questa seconda ondata sono molto vicini a quelli del primo periodo; fino a fine agosto a Bagnolo Mella erano stati accertati 189 casi positivi, e da settembre ad oggi i casi sono stati 169; tuttavia se nella prima ondata i decessi di persone bagnolesi positive al Covid erano stati 28, in questo secondo periodo, fortunatamente, non abbiamo rilevato alcun decesso; in gran parte le persone risultate positive, o hanno pochi sintomi o addirittura sono asintomatiche, ed è frequente la diffusione del contagio all’interno della famiglia, dove ci si sente più al sicuro e si abbassano le barriere. Davide Comaglio, Sindaco di Gavardo: per Gavardo, il Covid ha inciso pesantemente sulla vita quotidiana sia nella fase primaverile che in questi mesi autunnali; la prima ondata è iniziata sul nostro territorio da fine febbraio ed è durata fino a fine agosto, ha contato 154 positivi con 20 deceduti; la seconda ondata, dal 1 settembre ad oggi conta 169 positivi, 1 deceduto; le due ondate sono molto diverse, i positivi della prima ondata erano tutte persone in grande difficoltà sanitaria, venivano individuati dopo aver effettuato tamponi che nella maggior parte dei casi avveniva dopo giorni di difficoltà respiratoria; oggi i tamponi sono effettuati ai primi sintomi e quindi la diagnosi precoce permette di incidere in maniera preventiva sulla malattia; si può dire che per ora le persone positive della seconda ondata hanno sintomi molto meno aggressivi che quelle colpite nei mesi primaverili, e la maggior parte sono curati nella propria residenza. Gianzeno Marca, Sindaco di Bagolino: la seconda ondata, diversamente da quando la pandemia dilagò nella scorsa primavera, ha colpito di meno il nostro Comune; sicuramente non ci siamo fatti trovare impreparati, per i dati abbiamo fatto soprattutto riferimento alla nostra Casa di Riposo, che è una struttura molto organizzata, è un riferimento storico per il Comune di Bagolino ma anche per l’alta Valle Sabbia; per questo, abbiamo inoltre fatto riferimento alla Casa famiglia della nostra frazione sul lago D’Idro, Ponte Caffaro; complessivamente abbiamo subito parecchi decessi, che attualmente non registriamo.
2. State affrontando l’emergenza con meno o maggiori difficoltà della prima ondata? Cristina Almici: i problemi in questa seconda fase sono molto diversi da quelli che dovevamo affrontare nella prima; l’impegno precedentemente era diretto a mantenere i cittadini il più possibile nelle loro abitazioni, per tutelare i fragili e impedire il contagio, e c’era la difficoltà di far comprendere il grave rischio per tutti e quali erano le misure di sicurezza; in presenza di casi positivi nelle case, siamo stati impegnati a rispondere alle esigenze, dai medicinali al servizio spesa, ai buoni spesa, al sostegno psicologico; ora la situazione è meno preoccupante, quasi tutti i positivi hanno pochi sintomi o addirittura sono asintomatici, quindi il nostro intervento è di organizzazione e supporto, dei servizi a sostegno di famiglie, particolarmente per la scuola, e per concedere aiuti, anche ma non solo di natura economica, che possano consentire la ripresa del lavoro delle attività produttive e di tutta la nostra economia. Davide Comaglio: la prima ondata è stata molto pesante, per tutti noi era la prima esperienza di emergenza mondiale, ma con un impegno quotidiano e senza limiti di orari siamo riusciti a contenere i disagi ai cittadini; bisogna dire che nei mesi primaverili vi è stata grande solidarietà tra i cittadini, dal Gruppo di Protezione Civile locale, e i vari gruppi riconosciuti, e i semplici cittadini, da tutti tanta solidarietà, che ha consentito di raggiungere le persone fragili del Comune; nella seconda ondata è tutto più sotto controllo. Gianzeno Marca: la nostra amministrazione ha potuto affrontare la seconda ondata con molte meno difficoltà rispetto alla situazione precedente; eravamo molto più preparati.
3. Quali sono le difficoltà più pesanti? Cristina Almici: sono state legate all’organizzazione e alla gestione dei servizi scolatici, pre e post scuola, e trasporto scolastico, oltre che di applicazione delle disposizioni operative dettate da ATS e Enti superiori; abbiamo operato per offrire servizi integrativi modulati per consentire ai genitori lavoratori di riprendere il proprio lavoro sapendoli al sicuro; organizzate procedure che garantissero la sicurezza dell’ambiente scuola, studiando ad esempio un servizio mensa erogato all’interno delle classi per evitare assembramenti; anche i tempi del trasporto scolastico sono stati verificati per contenerli al minimo, e imponendo la misurazione della temperatura alla salita; per garantire il rientro a scuola in sicurezza dopo la quarantena, in accordo con la Scuola è stata data possibilità ai genitori di poter sottoporre a tampone il figlio all’undicesimo giorno; non è un obbligo, ma in questo modo, avendo l’esito in giornata, solo chi ha esito negativo rientra in classe al quattordicesimo giorno. Davide Comaglio: le difficoltà più pesanti da affrontare oggi sono generate dalla crisi economica, colpisce soprattutto le piccole attività del nostro Comune, che stiamo sostenendo con iniziative economiche mirate; abbiamo predisposto un piano di aiuti, e di sgravi sulle imposte comunali, che riesca ad alleviare; nonostante il minor impatto di questa seconda ondata, sui cittadini, abbiamo gli uffici dei servizi sociali che si dedicano alle situazioni di fragilità con un numero di telefono dedicato, e inoltre chiamo personalmente tutte le persone con esito positivo, per accertarmi delle condizioni generali; credo che dopo tanti mesi, siano in aumento le situazioni di disagio psicologico, per stress emotivo e solitudine delle persone anziane, che devono rimanere isolate dai propri cari; bisognerà operare per tornare alla normalità quando i vaccini consentiranno di riappropriarci della vita. Gianzeno Marca: per noi, le maggiori difficoltà sono legate esclusivamente alla dislocazione territoriale, cioè al disagio del pendolarismo della stragrande maggioranza dei nostri abitanti, sia gli studenti, che hanno la Scuola Superiore a decine di chilometri, sia per i tantissimi lavoratori che per poter lavorare devono quotidianamente uscire dal territorio comunale, e tra questi tanti devono andare nel vicino Trentino, che però è una diversa Regione, quindi sono difficoltà che si sommano.
4. Come riuscite a rapportarvi in senso di collaborazione con i Comuni limitrofi? Cristina Almici: con gli altri Comuni della Bassa Bresciana abbiamo una chat di WhatsApp sulla quale ci scambiamo Documenti, Circolari, DPCM e ci confrontiamo sulle modalità operative da attuarsi nei nostri territori; stessa cosa avviene con una chat dei Sindaci della Provincia, dove sono presenti anche Prefettura e Dirigenza ATS, in questo modo in tempo reale riusciamo a confrontarci tutti, e si hanno risposte rapide sui problemi del caso; il confronto è stato particolarmente attivo nell’attesa della pubblicazione del nuovo DPCM, al fine di poter avere quanto prima il maggior numero di informazioni volte a gestire al meglio il territorio, ed essere in grado di dare risposte alla cittadinanza; ogni Sindaco sa di essere, in qualità di autorità di salute pubblica, la responsabilità della cittadinanza che rappresenta, e lo fa nel migliore dei modi, sempre e comunque, basti pensare che nel periodo del lockdown siamo stati operativi in ogni minuto di tutti i giorni, senza pausa, per rispondere a tutte le richieste della gente delle nostre Comunità. Davide Comaglio: tra i Comuni ed i rispettivi Sindaci vi è una grande solidarietà, perché i problemi sono simili ed è molto utile condividerli; anche gli strumenti social sono benefici per incontrarci senza muoverci; è ottima, ad esempio, la chat WhatsApp di tutti i Sindaci della Provincia, sulla quale sono presenti la Prefettura e l’ATS, lì si ricevono chiarimenti sulle normative in continua emanazione. Gianzeno Marca: essendo il nostro un territorio regionale con provvedimenti restrittivi più rigidi della diversa Regione limitrofa che però è zona gialla, insorgono problemi particolari, perché quella parte di cittadinanza per motivi di lavoro e altri deve spostarsi verso noi e sorgono grosse complicazioni; valuterei meglio zona per zona con aree più piccole, assegnando zone rosse solo laddove ce ne fosse l’estrema necessità.
5. Se le scelte di maggiori o minori restrizioni nel territorio di Sua competenza fossero Sua prerogativa, Lei che misure adotterebbe diversamente da quelle in vigore attualmente? Cristina Almici: in questo momento la misura che manterrei obbligatoria, sapendo che è una tutela al 95% per tutti dal possibile contagio, è l’uso della mascherina; credo invece che debbano essere allentati i divieti per responsabilizzare sempre di più la cittadinanza, perché ora è indispensabile, anche se con cautela, rientrare man mano nella “normalità”; le continue chiusure e obbligo di isolamento hanno reso più fragile la gente, fisicamente ma ancor di più mentalmente; sono evidenti anche in questo senso i segnali di difficoltà, c’è bisogno di maggiore supporto psicologico; serve la “normalità” per ritornare a vivere. Davide Comaglio: credo che nei momenti difficili, com’è l’attuale, sia utile limitare la confusione normativa, e dobbiamo auspicare che le prescrizioni siano univoche, il meno frammentarie possibile, perché altrimenti le persone ne rimangono frastornate e non riescono più a capire il motivo di tali limitazioni; quanto previsto dal Governo e dalla Regione Lombardia ritengo sia sufficientemente giustificato per limitare la diffusione del virus, sono convinto che per vincere il Covid-19 servirà però la determinazione di ognuno di noi Sindaci nel gestire i comportamenti personali, al fine di limitare al massimo la possibilità di contagio. Gianzeno Marca: su questo aspetto, ripeto l’ultimo passaggio del concetto espresso alla domanda precedente, quindi io valuterei meglio zona per zona, definendo aree più piccole, e stabilirei restrizioni rigide solo laddove ce ne fosse l’estrema necessità, rimanendo in ogni caso fermo sull’obbligo di mettere sempre fuori casa la mascherina.
Dalle testimonianze di questi 3 Sindaci, di 3 centri abitati tanto importanti della Provincia bresciana quanto diversi territorialmente, possiamo trarre fiducia nel futuro, perché emerge in loro la presenza dello spirito necessario a svolgere quel ruolo. L’alto profilo del senso di collaborazione istituzionale, degli Enti locali, qui portata, sia un esempio da imitare da parte dei rappresentanti ai massimi livelli istituzionali. La collettività ha bisogno di solidi punti di riferimento.

Nella foto composta, da sinistra: Cristina Almici, Davide Comaglio, Gianzeno Marca.

(Gianluca Bordiga)