Coronavirus, Alessandro Meluzzi: “Chiudere subito i porti, quali rischi arrivano dall’Africa”

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alessandro meluzzi

Linea durissima sul coronavirus. Questo è quanto sostiene Alessandro Meluzzi, medico e psichiatra, che lega l’emergenza alla necessità di frenare l’immigrazione di massa: “Innanzitutto dobbiamo separare il complottismo dalla semplice ignoranza. Sull’origine di questo virus non sappiamo nulla di concreto. Sappiamo soltanto che tutto è partito da una regione centrale della Cina, che la diffusione del virus potrebbe essere stata favorita dalla vendita di pesce contaminato o di altri animali da noi considerati non commestibili, come serpenti o pipistrelli”, spiega in un’intervista a ilgiornale.it.

Dunque, Meluzzi parla delle tesi complottiste: “Poi c’è chi dice che in quei luoghi c’è anche uno dei laboratori virologi più importanti della Repubblica Popolare cinese. Non è da escludere che quel virus potesse essere effettivamente studiato in quei laboratori e che possa essere entrato in contatto con gli animali suddetti, infettando poi l’uomo. Insomma, ci possono essere stati tanti tipi di contaminazioni”, sottolinea. E ancora: “Di sicuro per un lungo periodo l’infezione si è incubata e poi si è diffusa senza che venisse lanciato un allarme nazionale o mondiale. Per quanto riguarda il presente noi conosciamo alcune cose, ma ne ignoriamo molte altre”, rimarca.

Ma non è finita, perché Meluzzi insiste poi sulla necessità di chiudere i porti, così come chiedono dalle parti della Lega: “Il problema è che l’Africa è stata già toccata dal virus e lo dimostrano i primi casi che si sono manifestati in Costa d’Avorio e nel Sahel – premette -. Ci sono sei milioni di operai e lavoratori cinesi nei Paesi africani, vere e proprie città cinesi impiantate laggiù, proprio nelle zone da cui provengono le migrazioni, e almeno mille aziende che operano nell’Africa nera. E consideri che in Africa non ci sono i controlli sanitari draconiani che abbiamo noi. – prosegue Meluzzi -. Immaginate cosa possa significare per gli africani la diffusione del coronavirus. Di fronte a tutto ciò la prima cosa da fare da parte del governo sarebbe bloccare la grande migrazione, cosa che non mi sembra all’ordine del giorno”, conclude Meluzzi.