Coronavirus, Boccia: “Non c’è una data per fase 2”

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La cosiddetta fase 2, “è l’interruttore generale che si riaccende”, ma “non c’è una data” come ad esempio il 4 maggio, “non è realistico dare date, non sarebbe corretto. Il grado di rischio delle singole attività determinerà i tempi”. Lo ha affermato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ospite di ‘Circo Massimo’ su Radio Capital, sottolineando che “ieri per la prima volta i numeri hanno iniziato a fare vedere una luce, fioca ma c’è. Quei numeri coincidono con l’aver abbattuto la barriera dell’uno, cioè ogni positivo comincia a contagiare meno di una persona. Ora dobbiamo arrivare a 0,5, 0,6, alcune regioni iniziano ad essere in quella zona lì, però dobbiamo fare qualche altro sacrificio”.

Boccia ha poi evidenziato come “da questa vicenda si è capito che la prevenzione territoriale pubblica deve essere capillare e rigorosa e le Regioni che erano in condizioni critiche hanno avuto questa caratteristica, mi riferisco ad Emilia Romagna e Veneto. La condizione di quelle Regioni rispetto alla Lombardia è diversa. Quando è esploso il Covid 19 doveva essere molto chiaro a tutti che era necessario distinguere i luoghi Covid dai luoghi non Covid”.

“Penso che l’autonomia -sono parole del Presidente della Repubblica non mie- quando è sussidiarietà rafforza davvero l’unità nazionale, ovviamente le Regioni quando c’è un’emergenza nazionale devono dire signor sì e questo non sempre è avvenuto”.

“Molti presidenti, come Bonaccini, hanno aiutato la mediazione continua, abbiamo 21 organizzazioni regionali diverse, non tutte hanno reagito allo stesso modo -ha aggiunto l’esponente dell’esecutivo, ma le valutazioni le faremo”.