Coronavirus, Inps: “Dati mortalità Protezione civile poco attendibili”

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10/05/2011 Roma, Forum della Pubblica Amministrazione 2011. Nella foto lo stand dell' INPS

Il conto non torna, mancano quasi ventimila vittime del coronavirus nel conteggio ‘ufficioso’ redatto in base ai numeri forniti dalla Protezione Civile. A fare chiarezza statistica è l’analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19 redatta dall’Inps, che spiega: “La quantificazione dei decessi per coronavirus, condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito su base giornaliera dal dipartimento della Protezione Civile, è considerata poco attendibile, in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus”. Inoltre, “anche il luogo in cui avviene il decesso è rilevante poiché, mentre è molto probabile che il test venga effettuato in ambito ospedaliero, è molto difficile che questo venga effettuato se il decesso avviene in casa”.

L’Inps fa ‘parlare’ i numeri: “Il periodo dal 1° gennaio al 28 febbraio 2020 registra un numero di decessi inferiore di 10.148 rispetto ai 124.662 attesi dalla baseline.

Il periodo dal 1° marzo al 30 aprile 2020 registra un aumento di 46.909 decessi rispetto ai 109.520 attesi. Il numero di morti dichiarate come Covid-19 nello stesso periodo è stato di 27.938. A questo punto ci si può chiedere: quali sono i motivi di un ulteriore aumento di decessi pari a 18.971, di cui 18.412 tutti al Nord? Tenuto conto che il numero di decessi è piuttosto stabile nel tempo, con le dovute cautele, possiamo attribuire una gran parte dei maggiori decessi avvenuti negli ultimi due mesi, rispetto a quelli della baseline riferita allo stesso periodo, all’epidemia in atto”.