Coronavirus, Iss: “Siamo ancora in fase 1”

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“I segnali sono positivi, ma siamo ancora in Fase 1”. Sono le parole di Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. “Subito dopo il lockdown continua un po’ di trasmissione, intradomiciliare o intrafamiliare. Questo fa sì che la coda si allunghi, dopo il lockdown c’è una coda di casi. Dobbiamo poi tener conto che il tempo che trascorre tra il momento del contagio e quello della notifica può raggiungere i 20 giorni. Quando leggo ‘3000 nuovi contagi’, in realtà sono nuovi casi”, dice soffermandosi sui dati. “Quello che si vede in termini di contagio va attribuito ad alcuni giorni fa. I nuovi casi stanno diminuendo ogni giorno, a poco a poco. Sono casi, ripeto, il cui contagio è avvenuto tempo fa”, afferma ancora.

Capitolo guariti: “E’ un virus nuovo, gli effetti sull’ospite non sono ancora del tutto noti. Per ora non si assiste a residuati, a deficit di organo che possano persistere dopo la guarigione. Abbiamo letto di recidive, che non sono reinfezioni. Una persona magari risulta negativa ad un tampone e poi nuovamente positiva, ma è una situazione da chiarire e non è detto che la persona nuovamente positiva sia contagiosa”.

“Non arriveremo a contagi zero. Nella fase 2 dovremo essere pronti a mettere toppe, a intervenire dove potrebbe crearsi un cluster. Sarà fondamentale lavorare sul territorio, tutto il sistema dovrà essere rafforzato per essere estremamente pronti ad agire per identificare e contenere eventuali focolai nuovi”, aggiunge.